Scandolara: “Torno a correre, ho capito quel che conta e non voglio rimpianti”

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C’è chi crede in una seconda giovinezza, chi in una vera e propria rinascita, ma tutti concordano nel dire che il tempo della rivincita arriva per chiunque. Valentina Scandolara ha preso in mano le carte della sua rivalsa nei mesi scorsi, sfidando nuovamente se stessa, mettendosi in gioco e provando a ripartire dal team Aromitalia Basso Bikes Vaiano per risolvere un conto in sospeso con il destino.

Una carriera veramente interessante quella dell’atleta veronese, capace di vincere titoli italiani ed europei nelle categorie giovanili, competitiva su ogni tipo di terreno, belle vittorie in ogni parte del mondo. Poi però nel 2016, proprio l’anno in cui si stava giocando un posto nella nazionale per le olimpiadi di Rio, l’inizio del calvario. Per Valentina sono iniziati i problemi dovuti ad un overtraining, l’incapacità di essere costante, la perdita di tutta se stessa. «Quella stagione è stata l’inizio della fine, avevo tantissime pressioni addosso, sia dagli altri che da me stessa, sono caduta in un vortice bruttissimo che mi ha bloccato per anni. Non riuscivo più ad allenarmi, alle gare vedevo che non riuscivo a tenere il passo delle altre. È stato bruttissimo». Valentina lo racconta senza peli sulla lingua, la sua crisi sia fisica che mentale, quel punto cieco nella sua carriera in cui ha detto “mollo tutto”.

Eppure Valentina non si è mai veramente fermata, ha continuato a pedalare lontano dai palcoscenici italiani e si è dedicata allo studio: una laurea in psicologia e una in veterinaria proprio un paio di settimane fa e gli studi in America che le hanno permesso di non abbandonare mai le due ruote come atleta. Senza farsi mancare nulla, nel 2018 anche il corso da direttore sportivo grazie a cui ha avuto la possibilità di vivere la corsa dall’altra parte, su un’ammiraglia e di portarsi a casa la soddisfazione del campionato nazionale australiano con Sarah Gigante ad inizio 2019.

Poi nel 2020 è arrivato il covid, un’annata terribile che ha colto tutti alla sprovvista. Valentina Scandolara era dall’altra parte del mondo, bloccata in America e arrivata in Italia in pieno lockdown, è stata investita da un periodo bruttissimo, da problemi fisici e familiari. «In questi anni ho vissuto tantissime cose brutte sulla mia pelle, con il 2020 ho quasi toccato il fondo, ero distrutta – confida  -: in questa situazione difficile però ho capito quali sono le cose veramente importanti, poche persone sono rimaste al mio fianco ma sono quelle di cui ho bisogno. Ho raccolto tanto nella mia vita, ma non posso fare a meno del ciclismo».

La vera svolta è arrivata al Giro Rosa a cui ha preso parte non come atleta ma come direttore sportivo del Team Cogeas, un’esperienza nuova ma totalmente formativa che l’ha fatta ritornare in quel mondo che era stata la sua casa per molti anni. «È stato stranissimo, sono ritornata in quell’ambiente, ho visto le persone che conoscevo e ho realizzato che non potevo rinunciare. Ogni giorno Paolo Baldi (il diesse del team Aromitalia Basso Bikes Vaiano, ndr) mi diceva che dovevo ritornare in gruppo a pedalare perché non era ancora tempo di seguire le corse da un’ammiraglia. Tornata a casa ho ripreso ad allenarmi con più costanza, per la prima volta dopo tanti anni i miei dati rientravano nei parametri, così ho deciso di rimettermi in gioco».

Per Valentina Scandolara tutto riparte dal team Aromitalia Basso Bikes Vaiano che l’aveva accolta nei primi anni tra le elite, una squadra che conosce bene e di cui si fida sia a livello umano e sportivo, la famiglia e il porto sicuro in cui può ripartire con tutta serenità. È un cerchio che si chiude ma è pronto a ricominciare di nuovo, una nuova giovinezza, come la definisce l’atleta veronese, ma con un carico di esperienza sulle proprie spalle.

Ora c’è la consapevolezza di quello che ha passato, gli anni difficili in cui non riusciva nemmeno ad allenarsi, la capacità di accettare se stessa e non portare i parametri oltre i limiti. Il ciclismo è per Valentina quella passione di cui non può proprio fare a meno, l’idea di non fare subito risultato a tutti i costi, ma un passo per volta sia per la squadra che per se stessa e stare finalmente bene, la sicurezza di avere qualcosa oltre la bolla del ciclismo e magari in futuro occuparsi di psicologia dei team.

«Il grande sogno è il Giro Rosa, so che è veramente difficile, ma so anche che da qui a luglio ho molto tempo a disposizione.- ci dice infine Valentina -: sicuramente non tornerò ai livelli di quella che ero un tempo, ma ci metterò tutta me stessa. Vada come vada, di una cosa sono sicura: un giorno quando smetterò di correre non voglio avere neanche mezzo rimpianto».

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

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