Come fregare i lavoratori: in libro i casi di un sindacalista di Legnano

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LEGNANO – M. lavora in un bar di Busto Arsizio con un contratto di apprendistato part-time di 20 ore alla settimana; la fanno lavorare per più del doppio, pagandole la differenza con 200 euro in nero, e le hanno fatto formazione solo un pomeriggio. Si rivolge al sindacato e con una conciliazione ottiene il pagamento di tutte le ore lavorate, più 1.500 euro di incentivo. Invece F. è assunta in una cooperativa sociale onlus con contratto part-time di 30 ore settimanali e orario fisso 7.30-12.30; l’azienda la costringe a continui cambi di orario e le fa fare molte più ore senza pagarle. Lei si rifiuta di cambiare orario, dato che il contratto non lo prevede, col risultato che subisce provvedimenti disciplinari, da 3 ore di multa a 4 giorni di sospensione. Otterrà un risarcimento di oltre 1.000 euro per i danni morali e materiali.

L’autore: «Ogni giorno ne succedono di tutti i colori»

Sono solo due delle tante storie vere di “distorsioni del lavoro” che Carlo Pariani ha trattato nell’ufficio vertenze del sindacato CUB di Legnano dal 2011 a oggi; storie che ha raccolto in un libro, documento prezioso ma anche uno spietato pamphlet sulle condizioni di lavoro odierne nel nostro territorio. «Ne ho viste di tutti i colori – racconta Pariani, 66 anni, di Magnago, ex operaio dell’Alfa Romeo di Arese e volontario CUB –. Col sindacato gestiamo 60-70 vertenze all’anno, e ne vinciamo molte. Casi magari banali, ma che avvengono tutti i giorni, soprattutto da quando le grandi aziende sono state sostituite da quelle medio-piccole o individuali». Nel libro, Pariani ha raccolto alcuni casi esemplari per ogni tipologia di “distorsione” o, se preferite, ingiustizia sul luogo di lavoro: dai contratti ai licenziamenti, dalle false cooperative al pagamento degli stipendi, da stage e tirocini ai provvedimenti disciplinari. Non ci sono i nomi delle persone né delle aziende, ma solo degli avvocati che se ne sono occupati.

Quanti abusi sulla pelle dei dipendenti

Si scoprono così panettieri che lavorano di notte a 600 euro al mese con permessi non retribuiti; contratti a termine di uno o due mesi prorogati 40 volte, senza che seguisse l’assunzione; stranieri assunti in ristoranti con finte buste paga, dove non figura alcun contributo; badanti pagate molte ore meno di quelle lavorate, senza TFR né straordinari; licenziamenti su basi fittizie; gravi infortuni liquidati come “assenza ingiustificata”; contestazioni disciplinari “collettive” e provvedimenti presi unilateralmente dalle aziende; call center che anziché assumere i dipendenti con contratto a termine li sostituiscono di continuo con altri alle stesse condizioni; CUD con cifre diverse dagli stipendi. Insomma: un quadro desolante, dove i lavoratori sono spesso privi di tutele e timorosi di mettersi contro il datore di lavoro, pena la perdita del posto.

«Situazione molto peggiorata negli ultimi anni»

«Non voglio martiri – ama ripetere Pariani – ma lavoratori da difendere nei loro diritti. Le cose sono molto peggiorate dopo la legge del 2011 sui licenziamenti per giustificati motivi e il Job Act di Renzi che ha ringalluzzito le aziende: ora si sentono libere di licenziare chi vogliono e come vogliono. Per questo la cassa integrazione è crollata: nessuno vi ricorre più, potendo licenziare, nel 99% dei casi per motivi futili». Il caso-limite è forse quello dell’azienda che contestava un infortunio al lavoratore e lo ha mandato da un suo medico anziché da uno terzo; salvo scoprire che quel medico non era tale: «Perfino l’etichetta sul campanello era posticcia…». Il libro “Le distorsioni del lavoro” (100 pp., euro 10) è in vendita da pochi giorni nelle librerie di Legnano e presso l’editore, la Cooperativa La Mano (via Dell’Acqua 6, tel. 0331 541655). Lodevole, disarmante, rivelatore di una realtà spesso taciuta.

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