Crisi di governo? Giorgetti a Gallarate frena: «Sulla Tav serve buon senso»

GALLARATE – Le scintille e le tensioni restano a Roma. Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e uomo forte della Lega, è ospite questa mattina, 9 marzo, ai “Dialoghi” organizzati dal sindaco Andrea Cassani nel “suo” municipio, a Gallarate. Serie di incontri con personaggi di spicco del partito di Matteo Salvini, tutti i sabati fino alla metà di aprile. Apre Giorgetti. E l’attesa è sul futuro del governo, sulle possibilità di un crack politico in scia alla Tav. Ma invece della benzina sono secchiate d’acqua: “Ci vuole buon senso. Il problema è già stato affrontato in sede di redazione del contratto per la formazione del governo. La Lega è disponibile a rivedere il progetto dell’alta velocità, a ridimensionarlo ma sulla base del trattato internazionale. E comunque deve esprimersi il Parlamento”. Insomma, ma quale crisi? I toni sono smorzati, in linea con quanto va dichiarando il “capitano” Salvini da ieri. Al massimo, le responsabilità se le assumano gli alleati Cinque Stelle.

Sull’autonomia non si fanno sconti

Di crisi si parlerà eventualmente se non passasse l’Autonomia di Lombardia e Veneto. Altro argomento delicato, che Giorgetti affronta però con chiarezza: “L’Autonomia è un punto preciso del contratto. Se sono lì è anche per questa roba qui. Se non si rispettasse il contratto non avrebbe più senso che io restassi”.  Punto. Il resto della mattinata sono questioni varie, che Cassani, in veste di brillante intervistatore/giornalista, propone al suo interlocutore davanti a poco meno di duecento persone, non tutte con la casacca della Lega.

Il centrodestra non esiste più

Fra le questioni c’è anche il futuro del centrodestra, coalizione alla quale il Carroccio partecipa convinto in Lombardia e in molte città, ma non al governo. Che dire? Tutto già sentito: il centrodestra non esiste più. “Certe categorie politiche sono finite, non hanno più senso. Il mondo oggi è cambiato”. Su questa affermazione, “il mondo è cambiato”, Giancarlo Giorgetti pone l’accento quando giustifica i presupposti dell’alleanza gialloverde, impostata sui problemi concreti non sui principi ideologici, sulla necessità di costruire e operare. “Fuori dal turbinio mediatico – incalza il sottosegretario – con Conte e Di Maio, chiusi con loro in una stanza, si trova sempre una mediazione”. Quasi ad auspicare che anche stavolta, anche sulla grana della Tav,potrebbe esserci la svolta positiva. Possibile? I segnali portano da tutt’altra parte. Ma sono segnali mediatici e qui, Giorgetti, va giù col macete, attacca i giornalisti, parla di interviste pubblicate e mai rilasciate, avverte che, tutto sommato, i giornali sarebbe meglio neanche leggerli. In quanto al reddito di cittadinanza è inequivocabile: “Sarà sicuramente utile se creerà posti di lavoro”.

Sovranismo e olimpiadi

Gancio per Cassani che si inserisce magnificando invece l’utilizzo dei social.
Il discorso è ampio, prende in esame mille temi: Olimpiadi, sport, economia, territorio, storia, carriera politica, Bossi (“Indistruttibile”), Maroni (“Astuto”), Salvini (“Genio e sregolatezza”),identità, lega sovranista e nazionale, ruolo dell’imprenditoria, aneddoti e via discorrendo. Per poi andare in leggerezza. Cassani prova lo sgambetto: meglio Gallarate o Busto Arsizio? Risposta: “Mettiamola così: da Gallarate sei obbligato a passare, da Busto no”. I bustocchi presenti storcono il muso. Comprensibile. Di più: nel ’22 si vota per la presidenza della Repubblica; che cosa farà Giorgetti? Risposta: “Sarò presidente, ma della cooperativa dei pescatori del lago di Varese, dalla quale mi sono dovuto dimettere per incompatibilità con l’incarico di governo”.

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