Cuba, magia senza fine

Quattro tappe per superare i confini del tempo

L’AVANA – Tutto cominciò alla fine degli anni Novanta, quando la storica compagnia charter AirEurope, con uffici a Gallarate e base di armamento a Malpensa, aprì una rotta mitica: Cuba. L’isola di Fidel Castro si affacciava così al turismo di massa, dopo la rivoluzione socialista e il successivo embargo made in Usa che l’avevano relegata ai margini di un universo turistico in fermento. Erano gli anni dei grandi tour operator, dei viaggi di nozze sui voli delle vacanze che nell’arco di una notte ti catapultavano dall’altra parte del mondo, gli anni dei Boeing 767, i primi bimotore che solcavano l’Atlantico a prezzi accessibili a tutti.

L’Avana, Trinidad, Camagüey e Cayo Largo

Sono passati 25 anni, Fidel Castro non c’è più e nemmeno Air Europe, estinta come la gran parte delle compagnie aeree italiane, ma Cuba resta una destinazione mitica. Intramontabile. Una sinfonia della storia, fra edifici coloniali, artisti e musica, una sinfonia che si compone fra L’Avana, Trinidad, Camagüey e Cayo Largo. Come icone del passato, le cadillac anni ’50 sfrecciano più lucide che mai lungo gli 8 km del Malecón, il lungomare dell’Avana; gli hotel sono affollati così come i paladares (i ristoranti privati), alcuni proprio da non perdere come Dona Eutimia a due passi dalla Cattedrale, La Guarida, set del film “Fragola e cioccolato“, Dona Carmela, immerso in un fresco giardino. Sempre emozionanti i luoghi di Hemingway, come l’hotel Ambos Mundos, dove si pu  visitare la sua camera, La Bodeguita del Medio per bere il mojito più buono del mondo (che sull’isola è fatto con la yerbabuena, non con la menta), la Floridita per un daiquiri da sogno e la finca La Vigia a una quindicina di km a sud dell’Avana, dove Hemingway visse per 20 anni e tutto è ancora esattamente identico ad allora. E questa possiamo considerarla la prima tappa di un viaggio a Cuba.

Cuba, un viaggio fra i miti del passato. In alto una delle splendide auto d’epoca che tuttora circolano a Cuba (foto di Noel Bauza)

Poi via con autista e guida lungo l’unica autostrada dell’isola diretti a ovest per raggiungere Trinidad: splendore coloniale dalle facciate color pastello con alte inferriate, strade acciottolate “a dorso di mulo” per far scorrere l’acqua piovana ai lati, musica ovunque tra la Casa della Trova e la Scalinata dove la sera si balla la salsa e, imperdibile, la canchanchara, il drink locale a base di miele, limone, acqua, ghiacchio e brandy. Un paio di giorni di sosta e quindi di nuovo in viaggio, destinazione Camagüey, città coloniale con un centro storico che è un’autentica fucina d’arte e conta circa 20 atelier di artisti, alcuni famosi come Joel Jover e sua moglie Ileana Sánchez, altri molto giovani e promettenti. Dopo tanta storia si vola quindi verso Cayo Largo del Sur, nell’arcipelago de los Canarreos, a sud-ovest dell’isola di Cuba: 26 km di spiagge tranquille dove in estate vengono a nidificare le tartarughe. Ad ovest, Playa Sirena è una vasta distesa di sabbia bianca che corre per 2 km. Proseguendo a est si trovano Playa Paraíso, più isolata, Playa Bianca circondata da rocce bianche e Playa Los Cocos, con acque poco profonde adatte ai bambini. Nell’estremo est, Playa Tortuga è scelta dalle tartarughe per nidificare ed è una riserva naturale. Con pochi minuti di navigazione si approda anche a Cayo Rico, dai fondali ricchi di aragoste e molluschi, e a Cayo Iguana, abitato solo da innocue iguane. Il relax caraibico qui è perfetto. Insomma una magia senza fine, che supera i confini del tempo.