Don Alberto, mesto pellegrinaggio. Il Teatro delle Arti: avanti nel suo nome

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GALLARATE – E’ stato un prete amato. A testimoniare l’ammirazione e l’affetto dei quali godeva don Alberto Dell’Orto sono i numerosi messaggi di cordoglio in memoria dello storico prete di Gallarate, spentosi ieri, giovedì 20 agosto, a causa di un’ischemia. Una perdita che lascia il segno, così come il segno che don Alberto ha lasciato nella comunità di Gallarate, e non solo. Che domani, sabato 22 agosto, lo ricorderà durante il funerale nella basilica di Santa Maria Assunta alle 11.15. Il corpo si trova ora nella camera ardente a Sciaré allestita nella chiesa di San Paolo, che oggi è stata un via vai di amici, conoscenti e persone che lo stimavano.

Un uomo che ha lasciato il segno

I messaggi che hanno ricordato il sacerdote sono arrivati innumerevoli, sopratutto sui social. A partire dal sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, che ricorda don Alberto come un uomo di fede, « che ha dedicato la propria vita al teatro e soprattutto alla nostra città». A commemorarlo sono stati però anche altri politici della zona, come Franco Zeni, sindaco di Cavaria, che dice di aver appreso la notizia della scomparsa di una figura così importante per la gioventù con tanta tristezza. Si aggiungono poi il consigliere comunale Rocco Longobardi e il Partito Democratico di Gallarate, che su Facebook lo rammenta con profonda gratitudine. «Lascia un immenso vuoto nei cuori di moltissimi gallaratesi perché era un punto di riferimento», dicono. Non possono mancare, infine, i saluti del Teatro delle Arti, fondato appunto dal sacerdote. «Grazie Don Alberto!», esordiscono rivolgendosi all’uomo che per oltre cinquant’anni è stato l’anima e il cuore dello spazio culturale. «Sarà molto faticoso non trovarla al termine di ogni spettacolo, ma continueremo a tenere viva la sua passione per la cultura», promettono.

Politici, amici e attori a salutare don Alberto

Altri hanno voluto rendere omaggio a don Alberto visitandolo direttamente nella camera ardente allestita questa mattina, venerdì 21 agosto, nel quartiere di Sciaré. Un continuo via vai di amici, parenti, conoscenti, parrocchiani, gallaratesi, primi fra tutti il vicesindaco Francesca Caruso, che ha voluto portare gli omaggi a nome di tutta l’amministrazione. Omaggi arrivati anche dal mondo dello spettacolo, con i messaggi degli attori Sebastiano Somma, Giulio Scarpati, Valeria Ciangottini e l’amico Moni Ovadia.

Un funerale in streaming

Ha portato il suo saluto anche il vescovo monsignor Giuseppe Vegezzi che domani celebrerà il funerale in basilica, accompagnato da monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e compagno di messe di don Alberto. Molti vorranno partecipare all’ultima messa in ricordo del sacerdote, ma i posti sono limitati a 370 a causa delle restrizioni da Covid e alcuni parrocchiani sono in vacanza. Ecco perché si sta valutando l’ipotesi di installare degli altoparlanti sul sagrato della chiesa e di trasmettere in streaming la celebrazione, sfruttando i canali social, come Youtube, utilizzati durante il lockdown.

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Chi era don Alberto

Un uomo innanzitutto di fede e di carità. Questa la definizione che meglio lo rappresenta. Perché don Alberto ha fatto della sua vita un inno alla bontà e alla generosità, spendendosi sempre per la comunità e per i propri parrocchiani, soprattutto i più giovani. E’ per loro che ha fondato l‘associazione scuola aperta (Asa), ma anche il Teatro delle Arti. Don Alberto amava la cultura e ha voluto renderla partecipe delle vite dei ragazzi che incontrava, favorendo, per esempio, l’avvio del Filosofarti, annuale festival di filosofia. Il suo amore per la cultura era grande, forse tanto quanto quello per i burattini. Infatti, la prestigiosa famiglia Colla di Milano gliene regalò un paio. Un uomo di fede, cultura, bontà, ma anche coraggio. Ha infatti seguito i detenuti di Busto Arsizio come cappellano del carcere e ha supportato per anni l’Associazione delle famiglie dei carcerati. Un’attenzione agli ultimi che si è palesata anche nel suo impegno per la formazione degli operatori contro l’Aids e degli obiettori di coscienza, allestendo per loro, a Madonna in campagna, un appartamento per fare comunità.

Un uomo che tutti oggi piangono e che l’intera comunità di Gallarate, e oltre, ricorderanno negli anni. Anche grazie alle opere visibili e non che ha lasciato alla città.

Gallarate rende omaggio a don Alberto. Sabato mattina in basilica l’ultimo saluto

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