“E la vita bussò”, Mario Lavezzi fa cantare il Baff: «Ogni epoca ha la sua musica»

BUSTO ARSIZIO – «La musica che sentiamo oggi è la colonna sonora di questa epoca che stiamo vivendo». Parola di Mario Lavezzi, cantautore, compositore e produttore, nuovo superospite del Baff, che ha dato spettacolo al Campus Reti di via Mazzini ieri, 19 aprile. «Quella degli anni ’60 e’ 70 era la colonna sonora di un periodo che per noi è stato un nuovo illuminismo. Ci furono i Beatles, i Rolling Stones, Celentano, Mina, Battisti, De André, Gaber. Poi andando avanti tutto si è modificato e oggi siamo d’accordo che stiamo vivendo un’epoca di decadenza. C’è pure la guerra, dopo il Covid…».

Le chicche di Lavezzi

Da “Il primo giorno di primavera“, il suo primo successo insieme a Mogol, fino alla mitica “Canzone del Sole” di Lucio Battisti, passando per “E la luna bussò“, composto da Lavezzi per Loredana Bertè sulla base degli stilemi del reggae. Un brano-simbolo che ha ispirato anche il titolo del libro di Luca Pollini, “E la vita bussò”. Occasione per ripercorrere una carriera che ha toccato i sessant’anni, ma anche per rispolverare alcuni dei successi storici della canzone italiana. Un amarcord per la gioia dei presenti, che non si sono tirati indietro quando è arrivato l’invito a cantare e ad accompagnare Mario Lavezzi.

E ancora, la relazione – «dal punto di vista sentimentale complicata, da quello professionale ha portato risultati» – con la Bertè, conosciuta ad un ristorante di Milano. «Era veramente uno schianto» ammette Lavezzi. Fino al debutto a Sanremo, a 61 anni nel 2009, in duetto con Alexia, con il suo brano “Biancaneve”. Passando per l’esperienza con il super gruppo prog “Il Volo”. «Quello originale – chiarisce Lavezzi – non quello che ha vinto Sanremo. Ma in quegli anni andava una musica più impegnata politicamente, e per la sinistra la musica doveva essere libera, e il biglietto proletario. Così abbiamo fatto due album, poi abbiamo salutato». E per il «successo clamoroso» di “Vita” per Lucio Dalla e Gianni Morandi.

Musica al Baff

Lo scorso anno fu la sfida tra Beatles e Rolling Stones raccontata da Gino Castaldo, quest’anno è una colonna della musica italiana come Mario Lavezzi a incantare, e stavolta anche far cantare, il B.A. Film Festival. E oggi, 20 aprile, tocca a Paolo Jannacci, musicista e figlio del grande Enzo, che alle 18 allo Spaziofestival presenterà il libro “Ecco tutto qui” scritto a quattro mani con Enzo Gentile, mentre in serata, in sala Ratti a Legnano, parteciperà alla proiezione di “Souvenir d’Italie” di Giorgio Verdelli (anche lui presente).

busto arsizio baff mario lavezzi – MALPENSA24