Emergenza minori, l’ex procuratore: «Non si fa prevenzione, costi sociali alle stelle»

Nel riquadro, il magistrato Ciro Cascone

BUSTO ARSIZIO – «Minori in comunità, non parlatemi più di emergenza. È da vent’anni che la situazione è questa, ed è la risultante dei mancati investimenti nella prevenzione». Non usa giri di parole il magistrato Ciro Cascone, fino ad un anno fa Procuratore Capo del Tribunale per i Minorenni di Milano, ospite d’eccezione del convegno sull’emergenza sociale dei minori e del disagio giovanile, organizzato dal consigliere regionale di Italia Viva Giuseppe Licata al Museo del Tessile di Busto Arsizio, oggi 20 aprile. «Servono soluzioni e modelli nuovi per affrontare questo problema, con la collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore» l’appello di Licata.

Numeri costanti, ma preoccupanti

Nel distretto di Corte d’Appello di Milano (che comprende anche la provincia di Varese) sono «circa 2100 gli ospiti delle circa 600 comunità» di accoglienza per i minori fuori dalla famiglia, «numeri costanti negli ultimi dieci anni, perché dovevamo preoccuparcene vent’anni fa, quando sono sfuggiti di mano», come fa notare l’ex Procuratore Cascone. «Per vent’anni da magistrato minorile ho sentito parlare di emergenza, ma è una situazione che si è stabilizzata, perché le politiche di prevenzione, a tutti i livelli, non ci sono». Un “j’accuse” nei confronti della politica e delle istituzioni.

La tachipirina non basta

Per Ciro Cascone infatti servono «risorse» per invertire il trend: «Gli interventi andrebbero fatti precocemente, altrimenti quando i ragazzi diventano adulti, i costi sociali si moltiplicano». E allora «l’emergenza è diventata una modalità di affrontare i problemi, come la tachipirina, che abbassa la febbre ma non affronta il problema che c’è in profondità». E Giuseppe Licata, che ha fatto il sindaco, rimarca: «A volte non mancano i soldi, mancano le idee». Il problema è complesso, e tocca da vicino soprattutto gli amministratori locali, che fanno sempre fatica ad allocare risorse per i minori in comunità.

Giuseppe Licata

I relatori

Tra gli altri interventi, quelli di Anna Seveso e Andrea Sammali, responsabili Servizi Tutela Minori Azienda Speciale consortile Rete NeASS; Silvia Nanni, cofondatrice della Scuola di Legalità ‘Il Seme di Giustizia”; Giammatteo Secchi, della Cooperativa Sociale “La casa davanti al sole”; Patrizia Bianchi, pedagogista e presidente della Cooperativa Educational Team; Dario Colombo, coordinatore Network Aziende Speciali Sociali della Lombardia NeASS; Emanuele Fant, Progetto UFO; e don Marco Casale, presidente della Cooperativa “S.Luigi” e della Comunità Residenziale per minori “Casa S. Antonio”. Hanno portato i saluti iniziali l’assessore alle politiche giovanili di Busto Arsizio Daniela Cerana, i consiglieri provinciali Michele Di Toro e Giuseppina Lanza, e il capo di gabinetto della Prefettura Gerardo Corvatta.

Qui Busto

In platea, oltre al consigliere comunale di Busto al Centro Gianluca Castiglioni, c’era anche Marco Lanza, capogruppo della Lista Antonelli a Busto Arsizio e rappresentante dell’associazione Libertas: «Quello dei minori e del disagio giovanile è un tema importante, su cui l’amministrazione bustocca, con l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni, è molto attenta. Come a questi ragazzi manca il buon esempio dei genitori, su questo tema manca il buon esempio della politica. Dato che la scuola è inefficace e non c’è un piano per l’integrazione».

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