«Eravamo additati come untori». Viggiù rinasce con il concerto dei Pompieri

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VIGGIÙ – «Durante la pandemia siamo stati addirittura additati come untori ma ora Viggiù può tornare a quella che è in realtà la sua vocazione: l’arte, la cultura e la bellezza». Come sottolineato dalle parole del sindaco Emanuela Quintiglio, ieri, domenica 18 luglio è stato il concerto della banda musicale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco a salutare la rinascita del Comune che lo scorso febbraio era stato dichiarato zona rossa per l’impennata dei contagi. Nel cortile di Villa Borromeo si sono riunite le autorità civili e delle forze armate per assistere all’esibizione diretta dal maestro Donato di Martile, che si è aperta con la celebre canzone di Armando Fragna “I pompieri di Viggiù”.

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«Un battaglia impari»

«Al legame storico che caratterizza Viggiù riguardo ai vigili del fuoco, si aggiunge quello molto forte che ha con il mondo del volontariato: anche per questo sentiamo una grande affinità con questo Corpo”, ha sottolineato Quintiglio, che dal capo nazionale Fabio Dattilo, insieme al comandante provinciale Antonio Albanese, ha ricevuto un crest e una medaglia commemorativa. Il sindaco ha quindi ricordato le telefonate scambiate durante l’emergenza con il presidente di Regione Lombardia: «Eravamo privi delle informazioni necessarie, ci siamo trovati a combattere una battaglia impari», ha osservato Attilio Fontana. «Il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno lottato in questo anno tremendo. E qui la pandemia ha colpito con una violenza paragonabile a poche altre parti del mondo: i lombardi, nell’affrontarla, hanno dimostrato di essere una comunità».

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Il concerto a Villa Borromeo

Il concerto, che è stato presentato dall’atleta Simona Pognant e dal giornalista Vito Romaniello, ha visto in platea il deputato Matteo Bianchi e il senatore Stefano Candiani, i consiglieri di Regione Lombardia Emanuele Monti e Giacomo Cosentino, monsignor Giuseppe Vegezzi, vescovo ausiliare di Milano, il presidente della Provincia Emanuele Antonelli, nonché Davide Galimberti, Dario Caputo e Michele Morelli, rispettivamente sindaco, prefetto e questore di Varese. In particolare l’evento, organizzato dal Comune, dal comando vigili del fuoco di Varese e dalla sezione locale dell’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco guidata da Emilio Aimini, è stata possibile grazie al contributo del presidente onorario Riccardo Comerio e di Roberto Grassi, presidente di Univa. Oltre ai mezzi storici esposti all’esterno Villa Borromeo ha ospitato una mostra di modellini e elmi da tutto il mondo.

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La “Turandot” composta in villeggiatura

Come riportano le statistiche, il vigile del fuoco rappresenta ormai per i cittadini quasi un familiare che, così come può aiutare a sbrinare un frigorifero o salvare un gattino sul tetto, è vicino nei momenti più difficili. E in un’orchestra ogni elemento si specializza in una funzione, per poi lavorare all’unisono come una squadra: la banda musicale che rappresenta il Corpo nazionale è nata nel 1995, raccogliendo l’eredità delle diverse fanfare. Si dice che cent’anni fa Giacomo Puccini avesse composto parte della sua “Turandot” durante la villeggiatura a Viggiù; oltre alla romanza “Nessun dorma”, i brani proposti hanno spaziato dalla classica della “Cavalleria leggera” di Franz von Suppé fino alla “Carosone Story” di Renato Carosone e “Flor de Luna” di Carlos Santana. I vigili del fuoco intervengono nelle difficoltà ma la scelta per il repertorio è di essere ricordati con una canzone allegra: prima del finale con l’Inno di Mameli il bis è stato per “I pompieri di Viggiù” con il battito di mani del pubblico a scandire il tempo.

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