Gallarate, con Mucci si “riaccende” Forza Italia. E c’è chi pensa di mollare la Lega

mucci farioli forza italia

GALLARATERitorna Nicola Mucci. E a Gallarate ritorna Forza Italia. “Erano anni che la sede non era così affollata” commenta chi, giovedì 23 sera, ha partecipato alla riunione nei locali di via Venegoni, durante la quale l’ex sindaco Mucci ha ufficializzato la sua reiscrizione, dopo un lungo periodo su altri lidi (di centro moderato), al partito berlusconiano. Un ritorno ampiamente annunciato e salutato in modo entusiastico da Gigi Farioli, commissario a cui è stata affidata la sezione cittadina all’indomani del patatrac giudiziario che ha decapitato, nel maggio dello scorso anno, i vertici azzurri.

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Nicola Mucci

“E’ quasi una rinascita” ha fra l’altro detto Farioli davanti all’assemblea, prendendo atto della folta presenza e del fatto che Forza Italia riavvia  un discorso politico interrotto dall’inchiesta Mensa dei poveri, che l’ha messa all’angolo, a Gallarate e in tutta la provincia di Varese. “Ora però dobbiamo riconquistare pari dignità rispetto ai nostri alleati, la Lega e Fratelli d’Italia” è il refrain che vanno ripetendo i forzisti gallaratesi. Senza per questo mettere in discussione il centrodestra, “che rimane la nostra bussola”, ma con una percezione riveduta e corretta rispetto alle prospettive. Lo strappo della Lega a Luino, che ha deciso di correre da sola alle amministratrive, ha in qualche modo sovvertito certezze acquisite, riproponendo certe velleità che vanno oltre i formalismi della politica.

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Gigi Farioli

Nicola Mucci, è vero, si è ripromesso di mettersi al lavoro senza nulla pretendere, fedele alla linea del partito. Ma l’ex sindaco non è tornato in via Venegoni per fare tappezzeria, anche a fronte di risorse politiche che, in generale, dopo l’uscita di scena del gruppo trainante di Nino Caianiello, sono quasi sempre rimaste sottotono. E allora? Presto per disegnare scenari, all’appuntamento con le urne manca meno di un anno, un’era geologica in politica. Però, c’è un però che gira tra i berlusconiani, che un po’ li stimola e un po’ li intimorisce: correre da soli alle elezioni locali, al massimo alleati con alcune formazioni civiche e, attenzione, con chi, nel centrosinistra, comincia a dare chiari segni di insofferenza (Italia Viva). Fantapolitica? Mica tanto, né a Gallarate, né, tanto meno, a Busto Arsizio e Varese, dove i rapporti con la Lega e con i sindaci Andrea Cassani e Emanuele Antonelli sono formalmente buoni, ma a microfoni accesi: quando si spengono può uscire di tutto. “Dobbiamo recuperare identità” ammette Farioli “garantiamo rispetto ma anche lo pretendiamo”. Da chi se non da Lega e Fratelli d’Italia, che, per restare a Gallarate, provano a farla da padroni in forza di dati oggettivi e di sondaggi al momento virtuali?

In pista gli uomini di Caianiello

Gigi Farioli per adesso rimane al timone della sezione. Chi, per sua sponte, si è fatto velleitariamente avanti autoproclamandosi segreterio, deve al momento tornare sui propri passi. Anche per un motivo sotteso, che nessuno rivela con chiarezza, che però aleggia in città, negli ambienti della politica e non solo: le manovre di Agorà, la formazione che fa capo al mullah Caianiello, pronta a riprensentarsi sulla scena con l’abito civico. Possibile? Che senso dare all’endorsement di Leonardo Martucci, un caianielliano di ferro, a Silvia Gatti, lanciata come candidata prima cittadina da formazioni civiche più o meno definite, se non quello di partecipare alla bagarre pre-elettorale? E se si muove Agorà può sempre succedere l’imprevedibile. Persino che rimetta piede in via Venegoni.

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