Farioli sfida i concorrenti: «Sull’ospedale nuovo “scappano”. Serve il confronto»

BUSTO ARSZIO – Gigi Farioli torna sull’argomento dell’ospedale nuovo e rilancia l’invito agli altri candidati sindaco per un confronto sul tema. «Perché  – scrive – è giusto parlare in campagna elettorale di riforma sanitaria regionale. Ma soprattutto perché è indispensabile confrontarsi approfonditamente sul tema del nuovo ospedale».

L’invito al dibattito

Caro Andrea Della Bella,

leggo il suo commento in cui, non senza comprensibili e concrete motivazioni, lancia strali sul tenore e sui contenuti della campagna elettorale in particolare di Busto Arsizio e in ispecie sulla carenza di confronti su temi rilevanti, a cominciare dal presente e dal futuro dell’ospedale pubblico.

Credo di poterle, senza tema di smentita che, così come per anni e mesi, ho sollecitato l’amministrazione e la città di Busto a interessarsi, coinvolgendo operatori, dirigenti e stakeholder a intervenire sul tema della Sanità e dell’ospedale. (Ne è sorta almeno una commissione speciale ben governata da Paolo Genoni); così come ho lanciato appelli per una vera e propria lobby per il presente e futuro del “ nostro “ ospedale (in questo con la timida adesione di alcune forze politiche e il convinto supporto dei medici e degli operatori), così ho sin dal primo giorno di campagna sollecitato e promosso confronti sul tema partendo da una non velata critica a Raffaele Cattaneo che (da Gallarate (!?), pur sostenendo la necessità dell’opera definita epocale ed essenziale affermava, saggio non trattarne in campagna elettorale.

Il tutto è stato snobbato non solo da Antonelli che, pur schierando nella sua personale lista il crociato anti-ospedale Sabba, si è sempre dichiarato favorevole e da Castiglioni ma anche da coloro i quali hanno posizioni non definite o sfuggenti, come Maggioni o decisamente ostili come Guzzo e Bignami.

Forse alcuni di loro, come poi in parte il sottoscritto, confidavano sul dibattito comunque lodevolmente promosso da Medicina Democratica e Comitato per la salute, guarda caso nato proprio dall’opposizione al nuovo ospedale .Purtroppo il tema, toccato per la verità in limine vitae su sollecitazione di un cittadino, è rimasto ai margini.

Si è molto discusso dell’impatto dell riforma alla Legge regionale 23, che peraltro a differenza di quanto sostiene nell’articolo, ritengo fondamentale per il sindaco e le amministrazioni che si insedieranno, ma che senza un approfondimento sul nuovo ospedale di nuova generazione porta a una visione monca e contraddittoria.

Non si può infatti affrontare il tema delle case di comunità, soprattutto dell’ospedale di comunità e della medicina territoriale pre e post ospedaliera se non si inserisce il dibattito e la prospettiva del nuovo ospedale. Perciò rilancio la fondamentale importanza di un confronto profondo e approfondito anche perché la Regione nel frattempo ha postato molte richieste sul Pnnr di altri centri. E Busto, nata ben prima, rischia di perdere una opportunità storica che farebbe declinare, se non colta, la sanità pubblica ad alta intensità di Busto a mediocre satellite di Legnano, Varese o complemento di una delle molte offerte private convenzionate del territorio. Non c’è tempo da perdere. La Regione ha nel frattempo impegnato solo le spese di eventuale progettazione . Troppo poco per l’ospedale che vogliamo di quei oltre 400 milioni che sono nel programma ma per ora non impegnati in attesa di segnali.

Lancio ancora la proposta. C’è ancora tempo per dovere nei confronti della chiarezza e degli elettori. Si faccia un confronto sul tema, magari negli studi di Malpensa24. O, se a qualcuno non è gradita la sede, scelgano loro luogo e ora. L’arma no.