FERNO – Io amo Ferno. Si chiama così il gruppo spontaneo di fernesi che davvero stanno dimostrando di voler bene al loro paese. E al territorio. Anche chi, come Ambrogio Fanali, uno dei coordinatori di questa realtà, da anni si è trasferito altrove. «Ho avuto la fortuna – spiega Fanali – Di crescere a Ferno quando ancora esisteva la brughiera. Quella vera. Con gli arbusti, i fiori, gli animali selvatici. Negli anni ho visto questa meraviglia degradarsi sempre di più. E oggi è ridotta, in molti luoghi, a discarica abusiva a cielo aperto». Fanali, e con lui tanti altri, ha deciso di intervenire.
Tam tam su Facebook
Come? Mettendo una pezza, con fatica, passione e, appunto, amore per il territorio all’inciviltà e all’ignoranza di altri. «Siamo partiti in pochi – spiega – Oggi siamo già 20, 25 volontari. In circa 6 mesi il gruppo è cresciuto. Attraverso il tam tam e i social network». Social network che per una volta non sono stati ricettacolo di polemiche ma veicolo di un messaggio chiaro: facciamo qualcosa, adesso. La pagina Facebook del gruppo Io amo Ferno. Lì, chiunque voglia far parte di questa realtà dando una mano, potrà sapere dove e quando i volontari si ritroveranno per ripulire le aree boschive dai rifiuti. E non solo da quelli purtroppo. Il prossimo appuntamento è per il primo febbraio alle 14: «Il luogo dell’incontro è da stabilire – spiega Fanali – Di solito interveniamo in diverse zone. Comunicheremo il luogo dell’incontro sulla nostra pagina Facebook». Arrivando al cuore del problema: cosa si trova in quella che in tempo era una magnifica brughiera? «Di tutto».
Eternit e siringhe
«Dal sacchetto di plastica che il cretino di turno lancia dalla macchina – spiega Fanali – Alle siringhe. E’ accaduto sabato scorso (18 gennaio). Siringhe appena usate: speravo che il fenomeno dello spaccio di eroina almeno si fosse allentato, purtroppo, stando a quanto abbiamo recuperato non è così. Sta tornando e anche in modo piuttosto preoccupante». Altro fenomeno preoccupante: «Le discariche abusive di materiale edile – spiega Fanali – Tanto Eternit, tra l’altro. Qui non parliamo di piccoli depositi. E’ parecchio materiale, qui a scaricare, secondo noi, sono imprese edili o artigiani. In un caso abbiamo trovato una discarica molto vecchia di almeno 10 anni fa. La vegetazione l’aveva quasi coperta: ce ne siamo accorti perché dal terreno spuntava lo pneumatico di un camion. Abbiamo scavato trovando di tutto. E chissà cosa ancora si nasconde sotto terra». Fanali fa una precisazione: «Non parliamo di stranieri – spiega – Purtroppo ci sono prove tangibili che il fenomeno è trasversale: italiani, stranieri, giovani e vecchi, imprenditori e non. Sembra che a nessuno importi nulla. Servono le fototrappole che abbiamo richiesto al Comune. Come deterrente. Comune che, nella persona del sindaco Filippo Gesualdi apprezza il nostro lavoro e sembrerebbe disposto a sostenerlo fornendo a tutti noi volontari il materiale necessario per la raccolta». Io amo Ferno si ritroverà il primo febbraio. Chi ci sarà per dimostrare quanto tiene al proprio territorio?