Dis-Unione, la minoranza di Ferno: «Non spetta a Lonate nominare il liquidatore»

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FERNO – «Il prefetto di Varese ha ribadito che la giunta dell’Unione non alcun potere di nomina. Spetta esclusivamente al collegio dei Probiviri provvedere a nominare il liquidatore che dovrà decidere in merito alle sorti dell’Unione dei Comuni». Sono le parole del gruppo di minoranza Piantanida per Ferno, che accende di nuovo i riflettori sul divorzio tra Ferno e Lonate Pozzolo che lo scorso febbraio ha dato il via all’iter per mettere fine all’Unione. Non senza polemiche in entrambi i Comuni. Non solo, non mancano commenti da parte dei civici d’opposizione fernesi sulla Sap, ultimamente al centro di una «diatriba» sulla redistribuzione degli incassi derivati dalla vendita dei rifiuti.

La nomina del liquidatore

Il gruppo Piantanida per Ferno fa riferimento al consiglio dell’Unione che si è tenuto lo scorso 26 aprile «quando la maggioranza dei consiglieri di Lonate avrebbe voluto approvare la proposta di delibera consiliare per la nomina del liquidatore dell’Unione». In pratica, dicono, «anziché farlo nominare al collegio dei Probiviri, come espressamente previsto dallo statuto, la maggioranza lonatese avrebbe voluto delegare la giunta dell’Unione alla nomina diretta del liquidatore, soggetto che dovrà poi portare a compimento il delicatissimo incombente di chiudere l’Ente». Durante la discussione la capogruppo di Piantanida per Ferno, Claudia Colombo, si era vista «in contrapposizione al segretario comunale di Lonate, che insisteva per l’approvazione della delibera di delega», ricordano. Delibera che è poi stata bocciata. E «fortunatamente – aggiungono – viste le conseguenze giuridiche che avrebbe comportato una nomina effettuata in maniera illegittima».

Gennaio 2022 «è alle porte»

Ora il prefetto ha ribadito che spetta al collegio dei Probiviri provvedere alla nomina, come «sostenuto dalla nostra lista e anche dai consiglieri dell’Unione rappresentati da Ferno e dalla minoranza lonatese». Inoltre, proseguono i civici fernesi, «non è un problema puramente teorico, ma presenta gravissime implicazioni pratiche: l’attesa della risposta (ovvia) inviata dal prefetto ha ritardato di vari mesi i lavori, e oramai gennaio 2022 è alle porte». Un modo per dire che «preme ribadire come sia indispensabile procedere al divorzio (voluto esclusivamente) da Lonate, seguendo però le regole. Che peraltro sono già scritte».

La questione Sap

Un appunto anche riguardo «l’ennesima diatriba tra la maggioranza di Lonate e quella di Ferno» su quello che «un tempo era un fiore all’occhiello di entrambi gli enti». Si parla di Sap, in particolare dell’inversione della redistribuzione degli incassi derivati dalla vendita dei rifiuti capovolgendo le percentuali da 80% ai cittadini (a sostegno della Tari) e 20% a Sap. «Parrebbe, stando a quanto riferito ai giornali dai consiglieri di maggioranza lonatesi, che esista un patto tra le due amministrazioni sulla ripartizione degli utili». Da qui la richiesta della lista civica «di essere messa al corrente su questo “patto”, per verificarne il contenuto e la conformità alle normative vigenti». Di sicuro, proseguono, «è un bene mantenere i posti di lavoro esistenti, ma ciò non può essere a discapito dell’economicità dell’azienda, altrimenti si rischia di scadere nella politica assistenzialistica. Del resto, è la stessa normativa a prevedere che le società partecipate dagli enti locali non debbano avere eccessivi esercizi in perdita».

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