Ferno, le opposizioni all’attacco dopo l’arresto di Misiano: «Gesualdi dimettiti»

FERNO – Tra i risvolti dell’inchiesta sugli affari della ‘ndrangheta nella zona di Malpensa condotta dalla Dda di Milano che dall’alba di ieri 4 luglio ha portato all’esecuzione di 34 ordinanze di custodia cautelare in tutta Italia ce n’è uno che tocca direttamente il Comune di Ferno. Ad essere arrestato Enzo Misiano (Fratelli d’Italia), capogruppo consigliare di FdI in paese e coordinatore per FdI a Ferno e Lonate. Una macchia per l’attuale maggioranza, secondo le opposizioni che chiedono le dimissioni del sindaco Filippo Gesualdi.

In modo congiunto, i gruppi di opposizione di Lega – Ferno ViVa guidato da Claudia Colombo e Cambiare Ferno di Massimo Regalia, si dichiarano stupefatti dalle vicende di cronaca che hanno toccato Ferno e insoddisfatti dalle dichiarazioni a riguardo del sindaco Gesualdi. Chiedendone le dimissioni insieme a quelle di tutta la maggioranza.

Apprendiamo con grande stupore le notizie riferite ai fatti che hanno toccato il consigliere comunale Enzo Misiano, membro della maggioranza attuale che governa Ferno. Da quanto si è appreso dai quotidiani locali, nazionali e dai telegiornali, il consigliere Misiano era il trait d’union tra la politica locale e le frange della ‘ndrangheta. Starà alla magistratura accertare la verità giuridica dei fatti contestati, ma sicuramente le minoranze non possono che dissociarsi moralmente e politicamente da quanto emerso. Considerando che le preferenze di Misiano assommano a centodiciannove voti, mentre lo scarto finale tra la lista Piantanida per Ferno (Lega e Ferno ViVa) e la lista di Gesualdi è stato di meno di sessanta voti, pare evidente che la figura di Enzo Misiano sia stata decisiva, fondamentale e determinante per la vittoria di Gesualdi. Pertanto si deve ritenere che l’attuale maggioranza risulti del tutto deligittimata a governare sia da un punto di vista numerico e politico che da un punto di vista squisitamente etico. Le dichiarazioni del sindaco Gesualdi apparse sui quotidiani lasciano insoddisfatti. La gravissima vicenda è tutt’altro che una mera questione personale relativa al consigliere indagato, giacché si è letto di ingerenze di Misiano nell’ambito dell’edilizia, nell’ambito dell’assegnazione di strutture pubbliche, nell’ambito della commissione elettorale, nell’ambito delle partecipate e con particolare riferimento alle elezioni di Lonate Pozzolo ed alle intercettazioni emerse con il Capogruppo di maggioranza Alessandro Pozzi.  Assordante è invece il silenzio che proviene dalle fila della maggioranza, dove alcuna voce si è levata per dissociarsi da quanto occorso. Forse Filippo Gesualdi e la sua maggioranza farebbero bene a pensare seriamente alla possibilità di procedere con le dimissioni e chiudere qui la vicenda, anziché rischiare un eventuale intervento del Prefetto, che segnerebbe una macchia indelebile nella storia politica del nostro paese e nelle singole persone dei consiglieri di maggioranza.

«Fatti estranei al Comune: siamo sereni»

«Non c’è motivo per cui io debba dimettermi» è la replica di Gesualdi. Che rimarca «l’assoluta estraneità di di Ferno ai fatti, trattandosi di vicende personali che riguardano Misiano e che toccano altri Comuni. Noi non abbiamo commesso alcun illecito, e per questo l’amministrazione va avanti tranquilla e serena». Per quanto riguarda nello specifico il coinvolgimento del suo consigliere, già sollevato da ogni incarico di partito sul territorio e di cui seguiranno le dimissioni anche dalla maggioranza, Gesualdi si è detto «sconcertato e deluso. Ho massima fiducia nella magistratura e nelle indagini che faranno, come è giusto, il loro corso. Ma a livello personale, mai mi sarei aspettato una cosa del genere. Ciò nonostante, noi andiamo avanti sereni nel nostro lavoro».

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