Ferrovia Malpensa-Gallarate: arriva il no di Somma

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MALPENSA – «Ribadiamo la necessità che la presenza di Malpensa si coniughi effettivamente con la tutela del territorio e la qualità della vita delle popolazioni». La maggioranza di centrosinistra di Somma Lombardo, guidata dal sindaco Stefano Bellaria, torna senza giri di parole sulla realizzazione del collegamento ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto e la Citta dei Due Galli.  Una presa di posizione netta, che definisce l’intervento come «devastante e costoso, di cui nessuno ha mai dimostrato la necessità e, tanto meno, le ipotetiche ricadute positive».

I tempi di percorrenza

La squadra Bellaria (Pd, Sinistra per Somma, Somma civica, Somma al centro) resta unita e ribadisce il suo no, ricordando che «l’aeroporto è già quotidianamente collegato con Milano da oltre 140 corse ferroviarie (A/R) e che l’ipotizzato raccordo si innesterebbe su una linea già intensamente trafficata». L’incipit è sui tempi di percorrenza da Cadorna a Malpensa, specificando che «è di 37 minuti, quindi senza l’adeguamento di alcuni tratti della Milano-Domodossola, per altro non previsti, non si raggiungerebbe l’aeroporto in minor tempo».

Le priorità

La maggioranza sommese sposta poi l’attenzione su quelle che sarebbero le priorità. A partire da «quanto previsto nel vecchio Piano d’Area e mai realizzato», proprio come «mai sono state realizzate le opere compensative previste addirittura dal decreto D’Alema». Si tratta di «interventi disattesi da ormai un ventennio, la cui mancata realizzazione è fonte di quotidiani e pesanti disagi non solo per i residenti, ma anche per gli utenti dell’aeroporto». E proprio in attesa del Piano d’area, il centrosinistra ipotizza un utilizzo delle risorse «più logico». Come, per esempio, per «colmare i ritardi accumulati, dando finalmente attuazione a quanto previsto dal vecchio strumento legislativo regionale e dal decreto governativo». In ogni caso, si tratta di interventi «che comporterebbero evidenti ricadute positive, sia per il territorio che per l’aeroporto». Un modo, in sostanza, per dire che «il collegamento ferroviario appare tutt’altro che prioritario».

La crisi occupazionale

Considerazioni anche sul potenziale occupazionale ed economico di Malpensa. Precisando che «l’attenzione dovrebbe concentrarsi, in primis, sulla salvaguardia e sulla qualità dei posti di lavoro». Preoccupazioni che riguardano non solo gli impieghi all’interno dell’aeroporto, ma anche dell’indotto aeroportuale, visto che «il ridimensionamento ha ripercussioni fortemente negative in tutta la vasta area di sedime». E in questo senso affondano: «Riteniamo che la richiesta di Sea di chiudere l’aeroporto di Linate sia contraddittoria e tenda semplicemente a scaricare le negatività della crisi del traffico aereo esclusivamente sui lavoratori, prospettando fra l’altro una sorta di “guerra tra poveri”». Si, perché «pensare di attenuare la già pesante crisi occupazionale a Malpensa esportandola a Linate, ci sembra una ricetta semplicistica e inappropriata». Concludono evidenziando «l’urgenza di decisioni governative che, con adeguati ammortizzatori sociali, consentano a tutti i lavoratori coinvolti di affrontare l’attuale crisi con il dovuto sostegno economico».

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