Partorisce subito dopo l’arresto una delle 4 ladre fermate in centro a Busto

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BUSTO ARSIZIO – Ha partorito una bambina poche ore dopo l’arresto una delle quattro nomadi bloccate ieri, 4 marzo, dalla polizia di Stato mentre stavano tentando di svaligiare un appartamento all’interno di un palazzo di via Cadorna a Busto Arsizio.

Il parto dopo l’arresto

Una delle quattro, agli ultimi giorni di gestazione, ha iniziato ad avvertire i primi dolori del parto e, accompagnata d’urgenza in ospedale, ha dato alla luce una bambina. L’ha chiamata Sharon. Per le altre tre complici, dopo la notifica degli ordini di carcerazione, si sono aperte le porte del carcere, mentre la neomamma resta naturalmente piantonata in ospedale.
Le quattro ladre ieri hanno quasi rischiato il linciaggio da parte dei condomini che ora, all’indomani degli arresti, vogliono esprimere gratitudine agli agenti del commissariato di polizia.

L’intervento

L’intervento della Volante è stato propiziato dallo spirito di osservazione e attenzione di un residente del condominio in transito in viale Duca D’Aosta. L’uomo, mentre cercava un parcheggio, ha notato un’auto dalla quale sono scese quattro donne che si sono dirette verso la palazzina residenziale al civico 7 con un grosso cacciavite in mano. Ha allertato immediatamente il numero di emergenza attendendo sul posto la pattuglia e indicando loro la porta nella quale si erano introdotte. «In meno di tre minuti erano già qui», racconta ora. «E hanno agito con grande professionalità».

L’arresto

I poliziotti, imboccata la prima rampa di scale, si sono trovati davanti le quattro donne intente a forzare la porta di ingresso di un appartamento.  Una volta scoperte si sono date alla fuga su per le scale. Le nomadi, raggiunte all’ultimo piano, sono state arrestate per furto in appartamento mentre gli arnesi usati per lo scasso sono stati sequestrati. I successivi accertamenti dei poliziotti hanno acclarato che tre di loro erano in stato di gravidanza, rendendo necessario l’intervento del 118.
Dopo i controlli sanitari, che stabilivano la buona salute, le donne sono state accompagnate in ufficio per essere identificate. Gli inquirenti hanno scoperto che ognuna di loro aveva numerosi alias, per i quali erano pendenti vari ordini di carcerazione a seguito di condanne definitive, per un complessivo di 20 anni.

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