Forza Italia si affida a(lla) Sorte. Ma a Varese è all’anno zero

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Rivoluzione Forza Italia: partito nel caos o rimesso in riga? II terremoto innescato a livello nazionale – con la rimozione del capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo e della coordinatrice lombarda Licia Ronzulli, rimasta invece in sella al Senato – pare essere dovuto a questioni interne alla famiglia Berlusconi, probabilmente preoccupata dall’eccessivo spostamento della linea politica del partito contro Giorgia Meloni. Ma in Lombardia il passaggio da Ronzulli ad Alessandro Sorte, commissario provinciale a Bergamo e già assessore regionale, rappresenta una svolta epocale. Sorte tre anni e mezzo fa aveva lasciato Forza Italia per abbracciare “Cambiamo” di Giovanni Toti, contestando il mancato rinnovamento della classe dirigente e invocando le primarie. Ora che, dopo essere rientrato da un paio di anni alla base, è diventato commissario regionale – pare su indicazione della compagna dell’ex Cav Marta Fascina – avrà l’arduo compito di rimettere pace in un partito lacerato dai personalismi, ma anche l’occasione di mettere in pratica quei propositi meritocratici che chiedeva ai tempi del suo addio. Lo spazio politico per una forza moderata di centrodestra evidentemente c’è, ma va riempito di contenuti, di volti nuovi e di proposte politiche, anche sul territorio.

E qui rischia di cascare l’asino. Prendiamo la provincia di Varese, dove il partito azzurro è ormai ai minimi termini. All’opposizione a Varese città e in provincia, confinato al ruolo di “junior partner” in maggioranza a Gallarate (dove esprime solo il vicesindaco Rocco Longobardi) e Busto Arsizio (dove è fuori dalla giunta ma esprime una figura più istituzionale che di sostanza come il presidente del consiglio comunale, con Laura Rogora), alle ultime elezioni regionali è rimasto senza alcun rappresentante al Pirellone, anche se dopo il caos di Mensa dei Poveri di fatto la presenza di Angelo Palumbo si era già ridotta ad un fantasma. E anche nelle trattative dei pochi comuni – Lonate Pozzolo in primis – che vanno al voto a maggio, i forzisti non possono fare altro che assistere da spettatori al duello tra gli alleati più forti Fratelli d’Italia e Lega. Resta solo Lara Comi, tornata in Parlamento Europeo al posto di Silvio Berlusconi dopo i noti guai ma con un ruolo ancora poco percepibile sul territorio, a un anno dalle elezioni per rinnovare l’Eurocamera di Bruxelles. Insomma, siamo all’anno zero. O quasi, perché ad esempio il botto di consensi alle regionali di Pietro Zappamiglio, il più votato, o il ritorno dell’ex sindaco di Gallarate Nicola Mucci, sono segnali che dimostrano che nonostante tutto il partito ha ancora una classe di amministratori credibili su cui fare affidamento.

Ci sarebbe da ricostruire, ma le regionali hanno dimostrato anche che Forza Italia è divisa e litigiosa, dando l’impressione di essere ormai autoreferenziale. Cosa farà Sorte nel Varesotto? Spariglierà, magari affidandosi a figure nuove (qualcuno pensa ad esempio alla comune esperienza in “Cambiamo” del saronnese Giuseppe Anselmo, ma ci sono anche diversi amministratori del territorio in cerca di spazio, oltre a quelli che potrebbero riaffacciarsi) oppure lascerà le bocce ferme? Di certo di tempo per rimettersi in sesto, visto che – europee a parte – le prossime grandi scadenze portano al 2027, ce n’è. Servono anche coraggio e buona volontà.

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