FRANK LUPETTO: “Tutti colpevoli. Se Di Francesco è da Roma, Alvaro Vitali e da Oscar”

Francesco Ravello

La situazione, conseguente alla partita con l’Udinese, è ormai quasi di non ritorno. Si è toccato chiaramente il fondo e sperare nella qualificazione Champions per la prossima stagione pare ormai una chimera. La colpa è chiaramente di tutti e nessuno si deve sentire escluso.

Mr Pallotta

Chiaro, che non abbia nessun progetto sportivo, ma solo un progetto finanziario.
Comprensibile,  perché come spesso si è detto, lui del calcio, non sapeva che manco esistesse uno sport del genere. Chiamato dalla banca perché è noto ci si trovi davanti a un imprenditore che, con la Raptor, prende brand dismessi, riesce a tirarli su e a rivenderli: si è mosso malissimo, promettendo cose illusorie,  tra cui possiamo ricordare “farò della Roma una Regina”. Ha sempre trattato la Roma come un mercato dove vendere e comprare merce,  metterla in esposizione e rivenderla appena arrivi una buona proposta.  Vincere costerebbe troppo e quindi non è stato mai il suo obiettivo, tanto che in 7 anni non ha vinto nessun trofeo.

Monchi e Di Francesco

Al suo arrivo Monchi era stato acclamato come un Re Mida. Alla fine del primo mercato aveva dichiarato che lo si doveva giudicare per quello successivo, quindi quello di quest’anno. Se è cosi, è chiaramente masochista: riesce a distruggere una squadra che è arrivata terza e in semifinale Champions, fa l’album delle figurine, ma compra doppioni e triploni, non riuscendolo a completare in alcune pagine.  Costringe il mister a cambiare schema e a farlo passare da un 4 3 3 a un 4 2 3 1, con alcuni giocatori che sono costretti ad adattarsi in ruoli che non sanno interpretare. Anche il mister non è esente: non dà carattere a questa squadra, non dà neanche un gioco,  se lui è un mister da Roma, allora Alvaro Vitali è un attore da Oscar. Se il mercato a lui non fosse andato bene,  la coerenza avrebbe imposto di dimettersi dalla Roma, altrimenti dirlo adesso o cercare questa come motivazione per i suoi fallimenti,  sarebbe solo ipocrita. E infine i giocatori. Non hanno voglia di fare, di dare in campo tutto se stessi,  dando il massimo e con Spal,  Bologna, Udinese, Chievo, fanno un punto solo su 12. Purtroppo molti tifosi invece di prendersela con loro, per il poco impegno, essendo troppo impegnati nella battaglia con il bostoniano, dicono che la colpa non è  loro, ma del fatto che si considerano di passaggio e che sono scarsi.  La realtà è che latita l’impegno e che non possono essere più scarsi di quelle squadre succitate, perché altrimenti sarebbero una squadra di Serie B.

I tifosi

Vittime di quello che sta succedendo,  ma bisognerebbe cominciare a non abbonarsi più alle tv digitali per vedere la Roma.  Bisognerebbe cominciare a colpire sul portafoglio l’americano.  Magari sarebbe opportuno anche smettere di dare alibi a chi non si impegna per questa maglia: abbiamo avuto squadre più deboli, ma per i nostri giocatori oggi non è più così.

Frank Lupetto Roma Malpensa24