Cacciari al Fratello Sole: «L’arte ha capito Maria più dei filosofi e dei teologi»

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Fra Maurizio Vanti, Massimo Cacciari ed Erika Montedoro

BUSTO ARSIZIO – «Impossibile ridurre Maria a semplice intermediaria. In realtà è in Dio, non è un mezzo per incarnarlo; è l’espressione dell’amore di Dio in grado di vincere ogni cosa, anche la sua stessa giustizia». Nella serata di ieri, lunedì 21 novembre, Massimo Cacciari, richiamandosi a “Generare Dio”, saggio del 2017 in cui ha analizzato l’iconografia della Madonna, ha aperto una riflessione sulla complessità della sua figura, «sottratta a ogni sentimentalismo e ogni facile santino». L’incontro al Teatro Fratello Sole di Busto, che ha visto il filosofo dialogare con Fra Maurizio Vanti e con la giornalista Erika Montedoro, si inserisce nel calendario di eventi organizzati dalla Parrocchia del Sacro Cuore intorno al tema chiave della Bellezza.

 

Una figura che i pittori hanno compreso più dei filosofi

«Dio è stato generato da una donna: è un mezzo inevitabile dell’incarnazione, e il dogma decisivo del Cristianesimo» ha spiegato Cacciari. «Ma è erroneo, e blasfemo nei confronti di Maria, ridurla a un’intermediaria: i pittori l’hanno capito molto di più dei teologi e dei filosofi». Un pensiero che emerge nella storia delle immagini, come nel caso dell’Annunciazione di Simone Martini, o del Beato Angelico: «Al momento dell’incontro con il messaggero celeste la Madonna non è obbediente nel senso volgare del termine; la sua scelta segue all’ascolto e alla volontà di comprendere. I dipinti pieni di presagi dedicati al rapporto con il Bambino la ritraggono meditante, si interroga. Fino alla rivelazione: i maestri di teologia francescani dicono che è salita sulla croce con il figlio. E il grido ai piedi della croce è quello delle doglie: è come se ripartorisse. Nel Cristo deposto di van der Weyden sono due figure analoghe; tra loro c’è un’immedesimazione e un nesso indissolubile».

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L’amore di Dio può battere la sua stessa giustizia

È la libertà di Maria ad aver permesso l’incarnazione: «Accetta questa possibilità, la medita durante la vita. Quando si rivela l’enigma, lei partecipa rigenerandolo. È di una maestà monumentale, una domina, manifestazione di altissima paupertas e humilitas. È sposa del figlio in tutti i sensi: ecco la sua complessità». Nell’ultimo canto del Paradiso San Bernardo si rivolge a lei con le parole “tu che puoi ciò che vuoi”: «Lei è il perdono, il dono al quadrato. Nel Deus Trinitas è il volto dell’economia intradivina, in cui l’amore vince tutto. Beatrice spiega infatti a Dante che l’amore di Dio può vincere la sua stessa giustizia: la misericordia divina batte ogni ira dei per il peccato. E che meriti ha il Sommo Poeta? È un povero peccatore perso nella selva. È Maria a sentire il suo pianto». Una centralità della figura femminile che «è incredibile: uno dei grandi peccati della cristianità è l’incomprensione della presenza di Maria in questo sistema. Da ciò dipendono tanti guai politici, etici e sociali della nostra cultura».

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La svolta decisiva della spiritualità francescana

Come ha sottolineato Cacciari, rispondendo alle domande del pubblico condotte da Paolo Castelli, coordinatore della sale di Sguardi d’Essai, gli aspetti messi in luce nell’incontro sono stati colti più dall’arte, per la sua maggiore sensibilità, che dalla teologia: «Vige una cultura maschilista dominante, che offende il pensiero in tutti i campi. Ma le Scritture offrono conferme: Gesù viene cercato dalla madre, che non sa chi sia e, ancora, quando è stato tradito da tutti, sono le donne a restare ai piedi della croce. Maria è l’espressione perfetta dell’amore gratuito: avverte, sente, ascolta, obbedisce e poi medita. Non chiede ragione e non chiede nulla in cambio». La prepotente irruzione della spiritualità francescana è decisiva per Cimabue, Giotto, Dante, e quindi tutta la pittura occidentale: «Non è un caso se nel Cantico di Frate Sole vengano lodati tutti, animali e cose, eccetto gli uomini. Sia San Francesco che Dante sono convinti che la misericordia di Dio possa vincere la sua stessa giustizia. Maria infatti non punisce, ma salva. E Gesù ha detto: “Non sono venuto a giudicare, ma a salvare”».

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Il linguaggio della bellezza divina

«C’è stato una specie di smarrimento, si è pensato che l’arte fosse per pochi addetti», ha dichiarato il parroco Fra Maurizio riguardo agli appuntamenti organizzati al Fratello Sole. «Ma in realtà va frequentata in ogni sua forma espressiva, come linguaggio della bellezza divina priva dei dogmi delle esposizioni teologiche».
«Un incontro di incredibile profondità e realtà insieme», ha commentato a margine, la vicesindaco e assessore alla Cultura Manuela Maffioli, presente alla serata. «Il calendario proposto dal Sacro Cuore, di cui avevo avuto anticipazioni qualche mese fa, è di grande levatura e nobile scopo. Guardo con entusiasmo al moltiplicarsi di iniziative di cultura a Busto proposte in piena autonomia, senza il coinvolgimento del Comune: confermano come la nostra sia una città viva e vivace, pervasa da un salutare fermento. L’amministrazione non può e non deve fare tutto; è importante che l’associazionismo si esprima anche in forme diverse e libere, una ricchezza per tutta la comunità».

Al Fratello Sole un calendario “Sulle vie della Bellezza”, a Busto arriva Cacciari

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