La Gallarate degli Anni ’60 nei racconti di Giuseppe Agnesina. «C’erano più risate»

A sinistra l'editore Pietro Macchione consegna a Giuseppe Agnesina la prima copia, a destra la copertina del libro

GALLARATEUn viaggio nella Gallarate degli anni Sessanta, alla scoperta di luoghi, profumi e sensazioni che oggi non è più possibile vivere. È quello che compie Giuseppe Agnesina, autore originario della città dei Due Galli, «nato a maggio del 1948 in casa, in via Campo Sportivo al numero 2», tiene a specificare. “Il Paciarisott” è il suo primo libro pubblicato da un editore, il varesino Macchione. «Dopo aver letto i miei racconti mi ha detto che è giusto che anche Gallarate li possa leggere», dice con soddisfazione. E con la città di oggi? Non ci sono paragoni: una volta si viveva (e si rideva) molto di più.

Trent’anni di ricordi

Dopo qualche libro pubblicato su una piattaforma online ora per l’autore gallaratese la gioia di vedere i suoi racconti raggiungere il grande pubblico. Il volume, già presente nelle librerie e nei digital store, rappresenta il compimento di anni di storie raccolte qua e là durante il suo lungo peregrinare in Italia e all’estero per ragioni di lavoro. «Ho iniziato come impiegato – ricorda Agnesina – poi ho fatto il venditore e quindi sono diventato dirigente. Ero country manager per una multinazionale di prodotti di materiale plastico. In giro per l’Italia e l’Europa la sera invece di uscire mi mettevo in camera e portavo prima su carta e poi sul computer i miei ricordi. Ho cominciato a scrivere 30 anni fa e poi ho deciso di metterli insieme».

Storie reali

«Sono tutte storie vissute da me, i personaggi sono reali. I nomi sono stati cambiati, ma sono tutti racconti basati sulla verità. Nel libro ce ne sono una quarantina, sono racconti brevi di 2-3 pagine». Sono tre i maxitemi in cui è diviso il volume: il primo è quello della scuola. «Ho avuto un maestro fenomenale che insegnava in dialetto e racconto come si comportava con noi alunni. Poi ho fatto le commerciali: nel libro ricordo i professori e come ho vissuto quegli anni». Quindi la vita di Gallarate, con le avventure con gli amici, i ritrovi in compagnia e l’atmosfera degli anni Sessanta, tra tavolini all’aperto e scherzi a ignari cittadini gallaratesi. «Infine la mia storia: ho raccontato quello che sono io, perché sono diventato così grazie alle esperienze che ho avuto non solo sul lavoro ma anche da piccolo in famiglia e coi parenti».

Profumi e risate

La domanda sorge spontanea a questo punto: tra la Gallarate di una volta e quella di adesso chi vince? «Per alcuni versi, molto pochi per essere sinceri – è la risposta dell’autore – Gallarate è cambiata in meglio, nel senso che ci sono le isole pedonali dove ci si può muovere tranquillamente». Ma i pro, a suo dire, finiscono qui: per il resto trionfa la città di un tempo. «Il sapore della Gallarate degli anni Sessanta non c’è più: manca l’atmosfera di una volta, è tutto più freddo. La trovo ancora una bella città, ma quando passo in alcune strade, ad esempio sotto i portici, non ci sono più i negozi che conoscevo io. Non ci sono più i profumi, non ci sono più risate. È una città più vuota e morta, mentre una volta da metà pomeriggio a sera il centro era pieno: i giovani occupavano la piazza completamente».

Per coetanei e non solo

Il libro di Agnesina farà dunque vivere un po’ di nostalgia a chi quella Gallarate l’ha vissuta. Ma non solo: «Questo libro l’ho fatto nascere con l’idea che oltre a chi è anziano e ha la mia età anche chi è più giovane vada a ripescare anche lui delle avventure che magari aveva messo nel cassetto e non ricordava più». Ma oltre ad un viaggio nel viale dei ricordi “Il Paciarisott” è prima di tutto un omaggio, una dedica d’amore ad una città lasciata ma mai dimenticata. «Mi sono sposato nell’82 e mi sono trasferito a Castelletto Ticino dove abito tuttora – dice l’autore – ma anche se ho lasciato Gallarate il cuore è sempre lì».