Mensa dei poveri: i gallaratesi non meritano questo

gallarate azione luigi bassani

Alla fine, siamo arrivati alla resa dei conti: come epilogo (almeno sino ad ora) dell’inchiesta “Mensa dei Poveri”, anche il sindaco di Gallarate Andrea Cassani è stato coinvolto, con una richiesta da parte del Comune (costituitosi parte civile) che ammonta a 25.000 euro, per turbativa d’asta. Come evidenziato da molte testate, i magistrati hanno comunque evidenziato come lui non sia indagato per corruzione e in alcune occasioni sia stato d’intralcio alle attività illecite del sistema viziato messo in piedi dagli ex Forza Italia.
Quel che macchia ulteriormente Cassani, è il fatto che non sia stato cosciente di quanto stesse accadendo nella gestione del Comune e che in molte occasioni si sia smarcato dalle accuse ai suoi assessori, indicando la loro nomina come un ordine caduto dal cielo, in cui lui non aveva peso e ruolo.
Cosa pensare? Azione Gallarate si augura che Cassani possa smarcarsi dalle accuse penali, ma non può che rimarcare come lui in questi anni abbia agito in modo incurante delle conseguenze, sentendosi in molte occasioni intoccabile e al di sopra del dialogo sia politico, che verso i cittadini. Spesso anche sbeffeggiando coloro che hanno provato a mostrargli che la rotta intrapresa non era sempre a beneficio della città.
Questa vicenda lo riconduce direttamente alle sue responsabilità che nel ruolo di sindaco gli competono: Azione non invoca la forca come danno d’immagine, ma vuole portare l’attenzione su come la gestione di una città sia una cosa seria e cui bisogna vigilare. Cassani non è stato né responsabile, né trasparente. E i Gallaratesi non meritano questo.

Luigi Bassani
(Referente Azione Gallarate)

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