Varese, gli ex di Agorà: «Pronta la lista. O con Maroni, o da soli con Puricelli»

calemme puricelli
Nella foto, gli ex forzisti Ciro Calemme e Roberto Puricelli

VARESE – «Chi mette il veto sulla mia candidatura o su quella di Roberto Puricelli alle prossime elezioni? Mi piacerebbe sapere chi è (o chi sono) e a quale titolo lo fa. Visto che noi non andiamo a “guardare” e mettere becco in casa d’altri». Chi pone il quesito è Ciro Calemme, ex esponente di Forza Italia, braccio destro di Nino Caianiello e uno dei referenti di quella che fu l’associazione Agorà – Liberi e Forti. E non si limita all’interrogativo. Ma fa capire, anzi dice senza possibilità di equivoci, che il gruppo di ex forzisti, alle prossime elezioni saranno della partita. Piaccia o non piaccia. Perché la politica si fa con i programmi e con i voti. «Ma anche con gli uomini. E noi – dice Calemme – abbiamo tutte e tre le cose».

A Varese, «ma anche a Busto e a Gallarate, dove non stiamo certo dormendo». Anzi, su Busto Calemme si spinge un po’ più avanti: «Credo che Emanuele Antonelli sia l’unico candidato in grado di far vincere il centrodestra».

Il Piano A: noi parliamo con Maroni

A Ciro Calemme il giochino del “lui non si candida” non piace. Non parla nemmeno di accordi già confezionati, ma non nasconde il fatto che «il nostro gruppo ha già dichiarato di apprezzare la candidatura di Roberto Maroni e di voler dare il proprio contributo al centrodestra alle prossime elezioni. Quindi chi non ci vuole esca allo scoperto».

E aggiunge: «Per noi il referente con cui parliamo e con il quale parleremo resta il candidato sindaco del centrodestra. Del resto noi non abbiamo l’obbligo e nemmeno l’ambizione di vincere. Però abbiamo i numeri per essere la terza forza in città. Perché la politica è fatta anche di conti e sulla base di questi posso dire che senza il nostro apporto la vittoria del centrodestra sarà difficile».

Il Piano B: contano i programmi

Come non è scontata la corsa degli ex forzisti con il centrodestra. «Siamo stati chiari nelle nostre interlocuzioni. Finché il candidato sarà Roberto Maroni noi parleremo con lui. Però la politica di oggi non è più quella di una volta. Oggi contano i programmi e quanto accaduto a Roma con Mario Draghi lo dimostra». Quindi?

«Quindi se a destra chiudono la porta, non escludiamo che se ne possa aprire una con il centrosinistra. E lo dico io che con Davide Galimberti in passato mi sono scontrato. Ma in politica i fatti personali non contano. Pesano di più i programmi ed è su quello che saremo pronti, eventualmente, a ragionare».

Pronto Roberto Puricelli

I programmi e appunto i voti. Che si contano sempre dopo che le urne sono state aperte, ma che in tempi di magra, oggi più di ieri, pesano in quanto potrebbero davvero essere decisivi. «I partiti del centrodestra devono sapere che abbiamo la forza per presentare una nostra lista. Non siamo obbligati a mettere in campo 32 persone. Ne bastano 24, equamente divisi tra uomini e donne. E abbiamo anche il nostro candidato. Ovvero Roberto Puricelli, ex vicesindaco ed ex presidente del consiglio, oltre che stimato esponente della società civile varesina. Nessuno ci può dire chi dobbiamo candidare o chi non dobbiamo candidare».

E qui Calemme si ferma. Ma prima assesta l’ultimo colpo. Ai civici, o meglio «a chi sbandiera di avere la primogenitura sull’essere civico. Ma che significa? A chi oggi dice di essere civico, qualcuno ha mai chiesto il perché lo è diventato? E prima di essere tale, visto che alle spalle ha un impegno politico e partitico, che cos’era?».

Insomma, per Ciro Calemme la politica oggi, anche solo rispetto a qualche mese, è completamente cambiata. Tranne che per farla servono sempre gli stessi ingredienti: idee, uomini e soprattutto voti.

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