Gallarate, scintille FI–FdI nel consiglio dell’avanzo da 2,9 milioni di euro

GALLARATE – «Forza Italia esiste». Lo ha detto il capogruppo Calogero Ceraldi al termine delle sue dichiarazioni di voto ieri sera 29 marzo durante il consiglio comunale che ha sancito un avanzo di amministrazione da 2,9 milioni di euro nel bilancio consuntivo 2020.  Una frase diretta agli alleati di Fratelli d’Italia e in particolare a Giuseppe De Bernardi Martignoni che in entrambi i suoi interventi non ha fatto cenno alla presenza degli azzurri in maggioranza, fuori dalla giunta dopo il terremoto giudiziario “Mensa dei poveri” ma comunque decisivi nei numeri per l’amministrazione Cassani.

Scintille in aula

«Io no so cosa le è successo stasera», ha detto Ceraldi rivolgendosi a De Bernardi Martignoni, ricordandogli oltretutto che il benestare di Forza Italia è stato fondamentale per la promozione di Francesca Caruso (Fratelli d’Italia) da assessore semplice a vicesindaco. Martignoni poco prima aveva ribadito all’aula che in una giunta praticamente «monocolore leghista e civica» il suo partito è sempre rimasto fedele al programma elettorale e alla coalizione e non ha mai chiesto posti, nonostante l’esigua rappresentanza nell’esecutivo.
Le opposizioni non hanno mancato di sottolineare le scaramucce in maggioranza, evidenza pubblica con ogni probabilità di un vivace dibattito interno in vista delle Amministrative 2021. «Bell’esempio di coesione», la sintesi di Giovanni Pignataro (Pd), mentre a Luca Carabelli (Gruppo Misto) l’intervento di Martignoni gli «ha ricordato l’ex capogruppo di Forza Italia Alessandro Petrone quando al sindaco diceva: ci siamo intesi?».
Rocco Longobardi (Gallarate 9.9), dato in avvicinamento al centrodestra nell’ultimo mese, con il voto contrario di ieri ha invece chiuso a ogni possibilità di accordo sia con Andrea Cassani (centrodestra) sia con Margherita Silvestrini (centrosinistra): «Grazie alle liste puramente civiche si governerà meglio la nostra città».

Il maxi-avanzo

ll fondo di cassa al primo gennaio da 2,9 milioni di euro ha catalizzato la parte restante del dibattito. L’assessore Stefano Robiati (Bilancio) ha dato la colpa alle «leggi poco chiare» del governo Conte che hanno provocato talmente tanta incertezza nell’utilizzo dei soldi arrivati dal governo centrale per fronteggiare l’emergenza Covid da non poterli spendere per il timore di doverli restituire. Ora che il quadro normativo è più chiaro, ha aggiunto, verranno destinati agli investimenti che stanno caratterizzando la fine del mandato (riqualificazione piazza Giovanni XXIII, nuovo Polo culturale, manutenzione strade, restyling parchi pubblici) «senza ricorrere a mutui» o ad altre forme di indebitamento.
Dure le critiche dall’opposizione. Sebastiano Nicosia (Cèv) ha rimarcato più volte «l’incapacità di spendere di questa amministrazione», proprio in un anno, ha aggiunto Anna Zambon (Pd), «che ha messo in ginocchio tante famiglie e attività economiche. Avanzare cifre così importanti non è indice di buona amministrazione». Al capogruppo leghista Stefano Deligios l’onere della difesa: «Portiamo ai voti un bilancio pratico di un anno che è stato anomalo sotto ogni punto di vista».

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