Gallarate, ospedale unico: sì di Cassani condizionato alla bretella con via Filzi

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GALLARATE – Ospedale unico: cosa accadrà e quale futuro avrà il vecchio presidio gallaratese? Il sindaco Andrea Cassani ha le idee chiarissime. Quello alla nuova struttura non sarà un sì d’ordinanza, anzi. Mentre sull’attuale polo sanitario «Abbiamo numerose idee concrete, contrariamente a quello che ha sostenuto nelle scorse settimane il Pd. Certo andremo ad attuare questi progetti qualora avremo certezza di una larghissima condivisione degli stessi. Siamo pronti a sederci attorno a un tavolo con le opposizioni, che ci auguriamo, però, cambino atteggiamento. Io mi siedo al tavolo del confronto ma non voglio prime donne».

Bretella tra via Filzi e il nuovo presidio

Cassani ha ribadito il concetto nel corso della conferenza stampa di fine anno, diventata ormai un appuntamento fisso per l’amministrazione gallaratese. Quello al nuovo ospedale non sarà un sì di scuderia, si diceva. «Regione Lombardia si aspetta di poter siglare un accordo di programma già nei primi mesi del 2020 – ha detto il sindaco gallaratese – Ho già detto pubblicamente e nelle opportune sedi regionali che la firma dipenderà dalle opere infrastrutturali a servizio della collettività che dovranno rientrare nell’accordo stesso». Una su tutte: «La bretella di collegamento tra via Filzi e il nuovo sedime ospedaliero – ha precisato Cassani – Ritengo la realizzazione di quest’opera irrinunciabile per la firma dell’accordo. Considero folle e irragionevole limitare al solo Sempione il passaggio per la nuova struttura. Sono convinto che Regione Lombardia accoglierà questa richiesta».

Alloggi per persone in difficoltà

Sul fronte vecchio presidio Cassani fa subito una precisazione: «Credo che l’area di Gallarate sia più attrattiva di quella di Busto Arsizio in quanto alle porte del centro storico. Detto questo convengo che demolire e smaltire tutti gli edifici presenti oggi sia un intervento dal costo impossibile da sostenere – ha detto Cassani – Preservare la maggior parte delle strutture presenti è una scelta sicuramente più perseguibile. Non vedo un futuro commerciale per l’area, penso piuttosto al terzo settore o alla realizzazione di un certo tipo di alloggi per persone in difficoltà. Come ho detto vogliamo che ogni idea abbia larghissima condivisione. Sono pronto a sedermi al tavolo con le opposizioni che dovranno però cambiare atteggiamento».

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