Gallarate, gli ambientalisti: «Il Tar salva gli alberi in piazza stazione»

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GALLARATE – «Il presidente del Tar della Lombardia ha deciso di sospendere i lavori di abbattimento degli alberi di piazza Giovanni XXIII». E’ questo l’annuncio del comitato “Salviamo gli alberi di Gallarate” avvenuto oggi, sabato 26 dicembre, in conferenza stampa online. In attesa del ricorso vero e proprio, che verrà depositato entro il 6 gennaio, gli ambientalisti rendono noto di aver presentato un’istanza cautelare d’urgenza per evitare la rimozione delle piante che secondo il progetto verranno eliminate o sostituite. «Ed è stata accolta».

Stop all’abbattimento

Appena lo scorso giovedì 24 dicembre il Comitato Salviamo gli alberi di Gallarate aveva annunciato la decisione di fare ricorso al Tar per evitare che l’amministrazione di Andrea Cassani procedesse con l’abbattimento di 9 alberi nella piazza Giovanni XXIII. «Il risultato che abbiamo ottenuto è davvero sorprendente, perché nonostante non abbiamo ancora presentato il ricorso, il presidente ha accolto le motivazioni ante-causam per ragioni di urgenza. Eviteremo quindi per il momento di abbattere questi alberi», dice Laura Pastorelli.
Lo scorso sabato 12 dicembre l’avvocato Valerio Cicchiello del comitato “Salviamo gli alberi di Gallarate”, aveva chiesto al Comune l’annullamento degli atti che avevano portato all’approvazione del progetto di restyling della piazza Giovanni XXIII che prevedevano l’abbattimento di 9 alberi al quale appunto si oppongono alcuni cittadini.

Gli alberi non sono malati

«Non avendo ricevuto nessuna risposta entro il 16 dicembre abbiamo deciso di presentare un’istanza cautelare urgente di sospensione dei lavori di abbattimento che è stata accolta e prima dell’Epifania presenteremo il ricorso», continua Pastorelli. Allegata all’istanza vi è anche una perizia dell’agronomo Tovaglieri, che aveva in precedenza lavorato per il Comune stesso, voluta dal comitato che giungerebbe a conclusioni decisamente differenti rispetto a quelle dell’agronomo dell’amministrazione.
«Queste analisi indicano che lo stato vegetativo e sanitario delle piante sia complessivamente discreto e che i parametri di sicurezza sono più che rispettati. E’ quindi chiaro che l’amministrazione deve essere più trasparente e non dire che vogliono abbattere gli alberi perché sono malati. Lo fanno perché intralciano i piani del restyling della piazza», spiega Olivia Pastorelli.

Le “falle” del Comune

Che continua poi a spiegare i due pilastri sui quali si fonda la campagna del comitato, la cui petizione online ha già raccolto 400 firme. «Innanzitutto ci stiamo battendo per la tutela del patrimonio arboreo come interesse pubblico, prevista dalla Costituzione. Noi crediamo che questa sia stata disattesa dal Comune, che non ha considerato delle possibilità alternative per riqualificare la zona».
Inoltre, vengono anche presentate delle istanze di tipo burocratico-amministrativo. «Abbiamo riscontrato delle falle procedurali sia nell’approvazione sia nel bilancio economico di questo progetto». I gallaratesi si riferiscono alla delibera 566 dell’11 novembre 2020 che sancisce l’approvazione del progetto definitivo. «Si tratta di un atto dirigenziale che secondo la legge deve essere preceduto da un atto di indirizzo del consiglio comunale, che non c’è mai stato. Quindi mancano i presupposti giuridici», dice Pastorelli. Su questa vicenda dal Comune arrivano ampie rassicurazioni, così come ribadito dal sindaco Andrea Cassani nel penultimo consiglio comunale, ma i 12 consiglieri d’opposizione hanno presentato un esposto al prefetto e sono in attesa di una risposta.

Servono piante adulte

Il sindaco Cassani aveva già risposto anche alle accuse del comitato, sostenendo che le piante abbattute sarebbero state nuovamente piantumate e che il saldo finale sarebbe stato positivo. «Ma da un lato l’amministrazione vuole piantumare delle magnolie, che non sono grandi come i cedri che abbatteranno e poi il punto non è la ripiantumazione», incalza Filiberto Zago.
Il rappresentate del comitato sottolinea l’importanza di avere degli arbusti adulti, poiché permettono di catturare una maggiore quantità di anidride carbonica. «Viviamo nel bel mezzo di una crisi climatica e quindi è più importante che mai avere alberi che contrastino la nostra produzione di CO2. Secondo alcuni studi in Italia avremmo bisogno di 40 alberi adulti a testa per riassorbire l’anidride prodotta. Perciò non possiamo permetterci di perdere queste 9 piante», conclude Pastorelli.

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