Gallarate, esposto al prefetto contro Cassani. «Guenzani si comportò uguale»

GALLARATE – C’è un esposto sul tavolo del prefetto di Varese Dario Caputo in cui 12 consiglieri comunali di opposizione di Gallarate chiedono la regolarità della determina dirigenziale e della successiva variazione di bilancio relative al progetto di restyling di piazza Giovanni XXIII. Un atto che secondo loro, così come ribadito anche ieri sera 15 dicembre in consiglio comunale – avrebbe delegittimato e svilito il parlamentino cittadino, a tal punto da decidere di uscire dall’aula al momento del voto. Ma proprio ieri, poco prima di mezzanotte, il colpo di scena: nel 2012 (mandato Guenzani) anche sindaco e assessori di Città è Vita e Pd si comportarono esattamente allo stesso modo.

Il precedente del 2012

E’ stato il sindaco Andrea Cassani a svelare il clamoroso precedente. «Figuriamoci se i paladini della democrazia nostrani farebbero mai una cosa del genere esautorando il consiglio comunale delle sue prerogative», ha detto in tono sarcastico, tirando fuori dal cilindro la delibera numero 164 del primo agosto 2012. «A memoria non ricordo di catastrofi cittadine verso la fine del luglio 2012. Cerco di capire esattamente se sono state sistemate fognature, acquedotti, ponti, insomma qualcosa che giustifichi la delegittimazione del consiglio comunale, dello scippo di competenze. E cosa trovo? Che la variazione urgente è stata fatta perché sono arrivati 50mila euro di trasferimenti statali per l’emergenza profughi, per un progetto dal titolo “Chi bussa alla mia porta”, quasi un titolo da film horror, contributi urgentissimi da ratificare come il progetto per la ristrutturazione del canile e poi la chicca: i maggiori rimborsi per danneggiamenti alla segnaletica e pulizia delle strade».

Beccati in castagna

Terminata la spiegazione, Cassani è partito all’attacco. «Io non condanno la scelta che fu fatta allora dalla Giunta Guenzani di inserire all’interno di una variazione urgente anche altre sistemazioni di capitoli (come le chiamava il suo assessore Lovazzano), anche perché ricordiamoci che è poi il consiglio comunale che deve ratificare, quindi non viene sottratta la dignità a questo consesso. Io però mi sento di criticare l’ipocrisia con cui ora veniamo accusati di voler sottrarre le competenze al consiglio. Tutto ciò è molto emblematico del fatto che chi sta facendo campagna elettorale non è il sottoscritto bensì il centrosinistra che si fa beccare in castagna facendo una figuraccia».

Tempo libero

Visibilmente stupito dalla delibera ripescata dal passato, Giovanni Pignataro (Pd) – primo firmatario dell’esposto al prefetto – si è congratulato con il sindaco per il suo tempo libero («Si occupasse dei problemi della città anziché dei verbali di 8 anni fa») e ha provato a rispondere sostenendo che le due variazioni non sono paragonabili: «Un conto è intervenire sulla spesa corrente, un altro sugli investimenti».
Una tesi che non ha convinto i consiglieri di maggioranza, rimasti compatti in aula a votare la delibera insieme al presidente del consiglio comunale Donato Lozito. Che ha detto: «Il consiglio comunale non è stato né umiliato né esautorato. Sono state seguite le norme. Si può non essere d’accordo sul progetto della nuova piazza della stazione, ma non si devono utilizzare argomenti pretestuosi per provare a fermarlo».

Gallarate, esposto di 12 consiglieri contro la nuova piazza della stazione

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