Rissa per rissa: «Domani non venire a Gallarate. Forse ci scappa il morto»

GALLARATE – Una rissa per vendicare una rissa. Chiarito ogni aspetto del «flash mob vendicativo», così lo definisce il gip in sede di ordinanza cautelare che lo scorso 8 gennaio ha profondamente scosso Gallarate. Al termine delle indagini che hanno visto in campo 70 tra agenti della squadra mobile di Varese e del commissariato di polizia di Stato di Gallarate, coordinate dal pubblico ministero di Busto Arsizio Nadia Calcaterra, dal procuratore capo della procura dei minori di Milano Ciro Cascone e dal sostituto procuratore della procura dei minori Luisa Russo, sono in tutto 30 gli indagati di cui 25 minori. Per 17 di questi, 2 maggiorenni e 15 minorenni (tre hanno addirittura meno di 14 anni) questa mattina sono arrivate le misure di custodia cautelare che vanno dai domiciliari, all’obbligo di dimora, all’avviso orale.

Notificato il Daspo Willy

A 26 dei giovani indagati il Questore di Varese ha notificato anche il così detto Daspo Willy, provvedimento nato dopo i drammatici fatti Colleferro durante i quali fu ucciso Willy Monteiro Duarte. I daspati avranno il divieto di accesso ai locali e agli esercizi pubblici situati nella zona del centro della città di Gallarate, teatro del grave episodio di rissa avvenuto l’8 gennaio e che ha generato un forte allarme sociale. Saranno per loro preclusi gli accessi a ristoranti, pasticcerie, gelaterie, bar ed esercizi similari, sale da ballo, sale da gioco e locali notturni proprio al fine di prevenire che, dalle loro condotte, possa derivare pericolo per la sicurezza pubblica. La violazione al provvedimento comporta la reclusione da 6 mesi a 2 anni e la multa da 8mila a 20mila euro.

La prima rissa a Malnate

gallarate maxi rissa

«L’indagine articolata e complessa ha permesso di ricostruire l’antefatto – ha spiegato il procuratore di Busto Giuseppe D’AmicoLa rissa dell’8 gennaio a Gallarate altro non era che una vendetta per un fatto analogo avvenuto il 4 gennaio a Malnate. Una prima rissa scoppiata per futili motivi: ovvero l’aver avvicinato tre ragazzine». Due fazioni: una identificata come Varese-Malnate, l’altra come Gallarate-Cassano Magnago. I ragazzi sono sia italiani che di origine straniera (in realtà nella maggior parte si tratta di italiani di seconda generazione). «Parliamo di giovani con origini tra Nordafrica e Centrafica per la fazione Varese-Malnate e italiane e albanesi per la fazione Gallarate Cassano Magnago».

La vendetta a Gallarate

«Dopo la prima rissa – ha proseguito D’Anico – c’è stata una vera e propria chiamata alle armi attraverso i social network per vendicare l’accaduto. Gallarate è stata scelta perché campo neutro». Gli inquirenti hanno svolto un lavoro eccezionale: «Io ringrazio per la professionalità e l’impegno la Mobile di Varese e il commissariato di Gallarate, che hanno operato anche con il contributo dei carabinieri della compagnia di Gallarate e degli agenti del comando di polizia locale cittadino. Un lavoro enorme: sono oltre 50 le persone sentite come informate dei fatti e sono decine e decine i video analizzati e i messaggi recuperati dai cellulari per ricostruire l’accaduto – ha detto il sostituto procuratore Calcaterra – Abbiamo addirittura immagini del viaggio in treno da Varese a Gallarate di alcuni partecipanti alla rissa. Le immagini li mostrano già armati». Tra i coinvolti ci sono anche tre ragazzine: una di queste custodiva il borsone con armi improvvisate tra sassi, coltelli da cucina e bastoni.

Il messaggio all’amica

Lo scontro è iniziato in largo Camussi, l’intervento della polizia locale ha limitato i danni, ma i gruppi si sono ricompattati riprendendo la rissa in corso Europa. «Qui – ha spiegato il dirigente del commissariato di polizia di Stato di Gallarate Luigi Marsico – E’ stato aggredito e ferito un ragazzo di 14 anni. L’aggressore è il 18enne sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. L’indagato ha precedenti e al momento della rissa era già sottoposto a una misura perché era reso responsabile di un furto a Varese. Nonostante questo ha preso parte alla rissa e ha ferito il 14enne, 7 giorni di prognosi, con un manganello». Tutti i partecipanti erano consapevoli «Della gravità del fatto e della pericolosità di quanto si accingevano a commettere – ha aggiunto Passoni – Tanto che uno degli indagati la sera prima della rissa dell’8 gennaio ha inviato un messaggio ad un amica dicendole “Domani non venire a Gallarate. Qualcuno si farà male e forse ci scappa il morto“. Questo a riprova della consapevolezza dei partecipanti al fatto».

Bloccata una terza rissa

Il lavoro «Svolto dagli inquirenti – ha aggiunto Calcaterra – Ha permesso di sventare un terzo episodio. Le due fazioni stavano organizzando una terza rissa a Malnate a inizio marzo. Un esponente dell’amministrazione ha fortunatamente intercettato un messaggio evitando così che potesse verificarsi un nuovo episodio. Questi sono fatti gravissimi – ha concluso Calcaterra – Non sono ragazzate. Il messaggio di questa conferenza stampa è chiaro: le istituzioni sono presenti e rispondono in modo deciso. Non sono episodi leggeri o tollerabili sono pericolosi sia sotto il profilo della sicurezza che dell’ordine pubblico e devono essere fermati».

Maxi rissa a Gallarate, 17 misure cautelari eseguite dalla polizia di Stato

gallarate maxi rissa – MALPENSA24