Gallarate, Obiettivo Comune e Mensa dei poveri: le responsabilità del sindaco

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GALLARATE Il rinvio a giudizio del sindaco Andrea Cassani nell’inchiesta Mensa dei poveri infiamma già la campagna elettorale. C’era da aspettarselo, del resto. Così, mentre il primo cittadino proclama la sua innocenza (i reati a lui contestati sono marginali rispetto all’intero impianto accusatorio dei pubblici ministeri), c’è chi utilizza la vicenda giudiziaria per cercare di delegittimarlo. Hanno cominciato i piddini (“A casa chi ha sputtanato Gallarate”), ora scende in campo Obiettivo Comune, lista civica che candida a sindaco Massimo Gnocchi. Per dire cosa? Che Cassani ha comunque delle responsabilità politiche rispetto a quanto accaduto nella sua amministrazione. Ecco il testo del lungo comunicato che porta la firma di tutti i candidati della lista di Gnocchi.

Breve riassunto delle puntate precedenti. Nel 2001 la Lega a braccetto di Forza Italia fa eleggere a sindaco della città Nicola Mucci che, prontamente e come da accordi, nomina Nino Caianiello presidente dell’AMSC che inizia così la sua ascesa al potere.

Dopo 10 anni di governo, scanditi da alcune inchieste giudiziarie che avevano coinvolto proprio il numero uno di Forza Italia Caianiello, la Lega seppur dopo molti anni di potere condiviso, alle elezioni si sgancia finalmente da Forza Italia e denuncia, con Umberto Bossi ed attraverso manifesti elettorali, che a “Gallarate c’è la mafia” (varesenews 3-5-2011 cit). Il leitmotiv della candidata del carroccio Bianchi di allora fu votateci   “dopo lo scempio urbanistico subito da Gallarate”….

Il cdx perde le elezione ma dopo 5 anni di governo del csx, nel 2016 la Lega ricostruisce pur di tornare a governare, un accordo politico con i ferrazziani inseriti in quota indipendente nella lista leghista e soprattutto con Forza Italia, il cui leader Caianiello nel frattempo era stato già condannato anche in appello, ed indica a sindaco il militante Andrea Cassani. Celebre in tal senso il video su youtube dove il 18 maggio 2016 Caianiello sosteneva palesemente la candidatura di Cassani, presente all’incontro pubblico. Come celebre è anche il festeggiamento alla sua elezione il 20 giugno 2016, immortalato da Varesenews con una foto ove, tra gli altri, si nota anche Luca Ferrazzi che applaude.

Il Sindaco ora, dopo il rinvio a giudizio appena ricevuto per la ramificata inchiesta denominata mensa dei poveri (dove sta la povertà?), sostiene che lui è innocente. Noi non abbiamo nessun elemento per dire se abbia ragione o meno. La giustizia farà il suo corso. Sicuramente però le responsabilità politiche sue e della Lega a Gallarate sono palesi ed evidenti. Ciò soprattutto alla luce dei patteggiamenti che diversi forzisti tra i quali lo stesso Caianiello, Bilardo e l’ex assessore Petrone, stanno concordando con la magistratura. Si dice, nella vita, che chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Vero o meno che sia, la goffa difesa d’ufficio del Sindaco e della Lega gallaratese si commentano da sè. E ci impongono di chiedere: chi ha fatto accordi politici pur di incamerare voti per andare a prendere posti di potere se non la Lega? Chi nomina gli assessori di una giunta se non il Sindaco?

Noi di Obiettivo Comune Gallarate facciamo e faremo una campagna elettorale sui temi ed i problemi della città ma non possiamo esimerci dal commentare certe fatti che non possono essere dimenticati o elusi. Facciamo solo notare, per finire, che il nostro candidato sindaco Massimo Gnocchi, 20 anni fa usci dalla Lega perchè non voleva essere parte di quel sistema di potere che ha oggi reso Gallarate famosa in negativo. Giusto un dettaglio.

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