Cassani: «Io un ostacolo al sodalizio criminoso. Dimostrerò la mia innocenza»

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GALLARATE – «Saprò dimostrare a novembre la mia innocenza e assoluta estraneità, così come è evidente a chiunque abbia avuto modo di accedere ai faldoni dell’inchiesta». E’questo il commento a caldo del sindaco di Gallarate Andrea Cassani in merito al rinvio a giudizio per lui e per tutti gli altri imputati di “Mensa dei poveri” che non hanno chiesto riti alternativi. 

Ostacolo al sodalizio 

In poco più di un’ora di udienza preliminare oggi, 15 luglio, si è deciso il destino giudiziario di oltre 60 persone. E’evidente, dunque, che non è stata la sede per entrare nel merito della posizione di ciascuno. «E’ curioso – continua il sindaco di Gallarate – come dopo tre anni di minuziose indagini con intercettazioni e pedinamenti io sia stato considerato l’ostacolo al sodalizio criminoso, così come c’è scritto nero su bianco sull’ordinanza di custodia cautelare di maggio 2019, e poi senza alcun prova ed evidenza logica mi rinviano a processo senza leggere nemmeno le memorie». La posizione di Cassani, infatti, è mutata dopo gli interrogatori in carcere dell’ex segretario cittadino di Forza Italia Alberto Bilardo e dell’ex assessore all’Urbanistica Alessandro Petrone. «Qualcuno – aggiunge il segretario gallaratese della Lega Giorgio Caielli – che aveva da guadagnare per ottenere sconti di pena». 

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Non cambia nulla 

E’evidente, prosegue Caielli, che sia una «questione di natura politica». Ma politicamente, sottolinea, non cambierà nulla. «La Lega di Gallarate è assolutamente dalla parte di Andrea Cassani. Siamo fiduciosi che finirà in niente e che verrà assolto. Certo, ci vorrà tempo. Ma da un punto di vista politico e personale c’è la massima stima per l’ottimo lavoro svolto in questi 5 anni e che i cittadini gli riconoscono. In tanti anni che seguo la politica di Gallarate non ho mai visto un sindaco con una presenza capillare e una disponibilità all’ascolto come lui, men che meno quando governavano il Pd e Città è Vita». Anche sotto il profilo elettorale, conclude Caielli, «non cambierà nulla». Sotto questo punto di vista il significato della visita di Matteo Salvini in città è stato fin troppo chiaro. «Andiamo avanti insieme agli alleati con la campagna elettorale». 

La posizione del Pd

Sulla vicenda è intervenuto anche il Pd con una nota diramata dal segretario Davide Ferrari. «Di fronte a questa grave notizia – si legge – non cambia la nostra posizione. La presunzione di non colpevolezza è sacrosanta e auguriamo al sindaco di essere assolto dalla responsabilità giudiziaria. Ma sin dagli esordi di questa vicenda non possiamo non ribadire che esiste l’enorme responsabilità politica di chi non ha saputo vedere quanto accadeva sotto i propri occhi. È proprio per questa responsabilità che Cassani si sarebbe dovuto dimettere dalla propria carica tempo fa. Un sindaco che non è stato in grado di accorgersi di tutto questo, che ha votato il Pgt delle tangenti è inidoneo ad amministrare alcunché e non dovrebbe essere ricandidato».

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