Gallarate, «infattibile» il referendum sull’ospedale unico. Forza Italia contro Moratti

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GALLARATE – Infattibile. Fuorviante. Pretestuosa. Sono soltanto alcuni degli aggettivi utilizzati dalla maggioranza di Gallarate per descrivere la proposta di Massimo Gnocchi (Ocg) di indire un referendum consultivo per chiedere l’opinione dei gallaratesi sul nuovo ospedale accorpato con Busto Arsizio. Inevitabile l’esito del voto al termine del dibattito: otto favorevoli, sedici contrari. Mozione respinta ieri sera, 8 novembre, in consiglio comunale.

Tre no

Il sindaco Andrea Cassani ha spiegato i tre motivi che hanno spinto il centrodestra a rifiutare l’ipotesi referendaria. C’è un aspetto formale («Si è scelto di utilizzare uno strumento non idoneo e soprattutto inefficace»), e uno sostanziale: «Al momento non esiste alcun accordo di programma da firmare e quindi nulla che si possa sottoporre ipoteticamente a una valutazione di merito alla cittadinanza. Questo è un aspetto ovviamente fondamentale ma a mio avviso la questione ancor più importante in astratto è il fatto che non sottoscrivere un accordo di programma non escluderebbe che Regione Lombardia scelga autonomamente di fare il nuovo ospedale unico e chiudere (anche completamente) il Sant’Antonio Abate, dato che è una sua facoltà. L’unica cosa che porterebbe la non sottoscrizione di un accordo di programma sarebbe quella di non poter prevedere e concordare un futuro per le aree che verranno liberate dalle funzioni sanitarie e soprattutto non avere la possibilità di avere le opere infrastrutturali viarie richieste. Ovvero sarebbe da Tafazzi». Infine c’è l’aspetto politico: «La nostra posizione è stata scritta nero su bianco sul programma elettorale sottoposto al giudizio degli elettori soltanto un mese fa. Che senso ha dunque fare un referendum su un punto che era ben espresso e ben chiaro nel programma elettorale di questa maggioranza che ha vinto le elezioni al primo turno con un distacco così largo da tutte le altre politiche che si sono presentate?»

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Il dibattito

La mozione ha scatenato il dibattito. Tra i primi a prendere parola Luigi Galluppi (Centro popolare): «Ricordo a Gnocchi che la campagna elettorale è finita: la sua proposta è sbagliata nei modi, nei tempi, nei contenuti». Secondo Marco Colombo (FdI) «è una proposta fuorviante», mentre per Michele Aspesi (Lista Cassani) «il quesito è pretestuoso». Michele Bisaccia (Lista Silvestrini) ha preso di mira il sindaco: «Noto che continua a contestare l’assessore regionale Letizia Moratti, forse questa amministrazione non è più così convinta dell’ospedale unico?». Per Cesare Coppe (Città è Vita) la strategia di Regione Lombardia è chiara: «Sta togliendo ossigeno al Sant’Antonio Abate portandolo al punto in cui anche i cittadini si rassegnino e dicano: piuttosto che così meglio l’ospedale unico». Subito dopo gli hanno fatto eco Sonia Serati (Più Gallarate) («E’ un dato certo: l’ospedale di Gallarate sta già morendo») e Margherita Silvestrini (Pd): «Questa mozione è un modo per compensare il voto del consiglio provinciale che toglie il dibattito pubblico. Non possiamo essere esclusi da scelte così importanti e il referendum potrebbe essere l’unica alternativa».  A chiudere il cerchio ancora Andrea Cassani: «L’unica alternativa è la proposta infattibile di Gnocchi? No, la proposta è discuterne in una Commissione Ospedale che faremo molto presto, con la convinzione che questa maggioranza fa l’interesse della città di Gallarate. La posizione del sindaco su questo tema è sempre la stessa».
Deluso naturalmente dall’esito il proponente della mozione. «E’stato montato un castello per giustificare un no», ha detto Massimo Gnocchi. «Bisogna prendersi le responsabilità politiche delle scelte. Questa era una proposta che arrivava da molto lontano, non c’entrava nulla con la campagna elettorale»

Forza Italia contro Moratti

Interessante è invece la posizione del gruppo di Forza Italia di Gallarate, andato all’attacco della compagna di partito Letizia Moratti. Due i passaggi chiave dell’intervento di Calogero Ceraldi. Il primo riguarda il nuovo ospedale: «Siamo favorevoli ma i primi passi fatti da Regione Lombardia sono stati troppo timidi e poco chiari nei contenuti. In più di un’occasione abbiamo chiesto informazioni supplementari a oggi mai pervenute. Ci hanno comunicato invece la richiesta di rinunciare al dibattito pubblico, non approvata poche ore fa dal nostro consigliere in Provincia Aldo Simeoni. Non siamo contrari a un iter semplificato, purché sia reso disponibile nelle linee e nei contenuti: attendiamo fiduciosi un confronto». Il secondo è sulle condizioni odierne del Sant’Antonio Abate: «Sono ormai troppi i disservizi segnalati. Abbiamo la netta sensazione che l’attuale direzione generale si stia comportando come quel comandante che ordinava all’orchestra di continuare a suonare mentre la nave andava a picco».

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