Gallarate e gli effetti collaterali del civismo

gallarate rimpasto giunta civismo

«Donato, che voto dai a questo rimpasto?», ha chiesto il sindaco di Gallarate Andrea Cassani mercoledì a margine della presentazione dei quattro nuovi assessori. «Nove più», gli ha risposto il presidente del consiglio comunale Lozito. Il primo cittadino, ha subito ammesso con un sorriso al suo interlocutore, si sarebbe accontentato di un sette, considerato il momento difficile per la politica gallaratese (e non solo) dopo gli arresti eccellenti in Forza Italia che lo hanno costretto a dimezzare la sua giunta. Quel nove più è dovuto non soltanto alla rapidità con cui il sindaco è riuscito a riempire le caselle mancanti del puzzle, ma soprattutto alla qualità dei nuovi amministatori. Sono Gallaratesi, sono giovani (hanno un’età compresa tra i 30 e i 48 anni), i loro curricula parlano da soli, ma soprattutto sono – eccezion fatta per Andrea Zibetti – volti nuovi sulla scena politica cittadina. La società civile, insomma, ha risposto all’appello del sindaco («Ho ricevuto tantissime candidature», ha ammesso Cassani) e ora la Lega si ritrova nella stanza dei bottini senza più la presenza ingombrante di Forza Italia a influenzare le scelte e per giunta con dei tecnici che potrebbero portare entusiasmo, nuove idee, competenze.
Ci sono esempi, nemmeno troppo lontani nel tempo e nello spazio, dove però – dopo l’esaltazione iniziale – il civismo ha mostrato tutti i suoi effetti collaterali. Il primo è il periodo di ambientamento, fisiologico per tutti, ancora più indispensabile per chi, fino a ieri, probabilmente era entrato in municipio soltanto per rinnovare la carta d’identità. Quanto ci metteranno i nuovi assessori a capire la macchina comunale e cominciare a plasmarla? Il tempo non gioca certo dalla parte della giunta Cassani, se si considera che mancano soltanto due anni al termine di mandato e i progetti strategici vanno decisi ora se si vuole presentarli realizzati per la prossima campagna elettorale. Esempi, come detto, non troppo lontani, dimostrano inoltre che davanti a un rimpasto così ampio non tutte le scelte si rivelano poi azzeccate alla prova dei fatti. Il rischio c’è, insomma.  Perché la politica non è da tutti, così come la capacità di vivere sotto i riflettori, la resilienza nel subire il fuoco amico e gli attacchi delle opposizioni, lo stravolgimento che inevitabilmente finisce per influire anche sulla vita privata. Chi non lo prova sulla propria pelle, non sa cosa voglia dire fino in fondo. E c’è chi, provandola, al primo mezzo scossone è scappato a gambe levate. C’è infine un terzo aspetto, diametralmente opposto, ed è rappresentato da chi si ambienta talmente bene da non poterne fare a meno. Di tecnici che, nonostante gli spergiuri iniziali, sono diventati politici, è pieno il mondo. Mario Monti, con la sua “Scelta civica”, è in chiave nazionale un esempio recente ed eclatante. Il rischio di crearsi una serpe in seno è sempre dietro l’angolo.
Cassani dunque, oltre a doversi guardare alle spalle in consiglio comunale perché le mani alzate di Forza Italia rimangono decisive pur avendo perso ogni potere decisionale, farà bene a non abbassare la guardia nemmeno in giunta. Dove i presupposti per ripartire con slancio ci sono tutti, ma dove i voti che contano sono soltanto quelli finali. Nove più, quindi, ma non è certo l’ultimo esame che dovrà superare.  

gallarate rimpasto giunta civismo – MALPENSA24