Gallarate, i Sinti sono tornati. Cassani: «Pronti allo sgombero»

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GALLARATE – Ci giravano attorno da mesi. Sotto Natale, poco lontano, realizzarono persino un Presepe all’aperto per cercare di attirare l’attenzione sulla loro vicenda. Ma stavolta hanno agito. Aggirando i guard rail e il fossato messi a protezione dell’area di via Lazzeretto, i Sinti di Gallarate sono rientrati in possesso dello spazio da cui vennero sgomberati a dicembre 2018. E la battaglia con l’amministrazione comunale rinizia.

Quanti sono?

Da fonti ufficiali del Comune in questo momento si contano cinque persone e tre famiglie. Si tratta oltretutto dei tre capifamiglia che più si misero in vista durante il lungo braccio di ferro con la giunta Cassani due anni fa, ovvero Pino Saccone, Giuliano Casagrande e Vitaliano Casagrande, il più anziano della comunità noto anche come “il Mucci”. Durante il sopralluogo effettuato dalla polizia locale non sarebbero invece stati avvistati i figli. Ma la versione dei Sinti è differente, «I nostri figli sono qui con noi e lo sono sempre stati», fa sapere Saccone.

Denuncia e sgombero

Naturalmente l’amministrazione comunale non ha alcuna intenzione di stare a guardare. «Li abbiamo già denunciati», rende noto il sindaco Andrea Cassani, prosciolto soltanto pochi giorni fa sugli eventi del 2018 per la “totale carenza dell’elemento oggettivo”, ha scritto il giudice nel verbale di archiviazione. «Hanno a disposizione 48 ore di tempo per andarsene altrimenti si procede con lo sgombero». Sono ormai procedure che il primo cittadino conosce a menadito. Ma stavolta c’è una novità. «Non escludiamo una segnalazione al Tribunale dei minori perché è ora di finirla che vengano sballottolati in questo modo per inseguire uno stile di vita non consentito dalla legge».

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