Giro d’Italia: ancora fuga spettacolo a Bergamo, trionfa McNulty

ciclismo giro bergamo

BERGAMO – La “tappa di montagna in città” ha il suo vincitore: Brandon McNulty (UAE) conquista Bergamo e fa sua la 15^ frazione del Giro d’Italia 2023, lunga 195 chilometri. Emozionante e incerto gioco a tre: alla fine il podio è completato dal solito Ben Healy (EF) e dall’ottimo Marco Frigo (Israel Premier Tech). Perde solo 33 secondi la maglia rosa Bruno Armirail (Groupama FDJ) e restano invariate anche le altre maglie distintive. In totale quattro italiani piazzati nei dieci.

LA CRONACA

Dati i 44 ritiri avvenuti in due terzi di Giro, sono in 132 a partire da Seregno. L’azione che anima la giornata si forma tra i primi 35 chilometri moderatamente mossi in Brianza e la scalata del valico di Valcavia. I primi a evadere sono Ben Healy (EF) e Simone Velasco (Astana) che in un secondo momento vengono raggiunti da Alberto Dainese (DSM), Andrea Pasqualon (Bahrain Victorious), François Bidard (Cofidis), Brandon McNulty (UAE), Davide Ballerini (Quick Step), Bauke Mollema (Trek Segafredo), Vincenzo Albanese e Francesco Gavazzi (Eolo Kometa), Niccolò Bonifazio e Laurens Huys (Intermarché Circus Wanty), Marco Frigo e Sebastian Berwick (Israel Premier Tech) e Josè Rojas (Movistar). Quest’ultimo poi si ferma e aiuta il suo capitano Einer Rubio ad aggiungersi. Infine, in piena ascesa orobica, si aggrega uno stoico Martin Marcellusi (Green Project Bardiani Csf Faizanè).

Scintille sul primo Gran Premio della Montagna: uno scatenato Healy scatta per prenderselo, un indispettito Rubio (che essendo il meglio piazzato fin lì in classifica scalatori, pensa di poterselo prendere quasi di diritto) gli dà una spallata, per fortuna senza conseguenze. L’irlandese volante transita in testa e, oltre a fare un favore a se stesso entrando nella graduatoria, lo fa a Davide Bais: il trentino del team di Basso e Contador difende aritmeticamente la maglia azzurra potendo restar nascosto.

Sono 17 quindi i battistrada, di cui 9 italiani, che successivamente vanno ad affrontare la sequela di tre salite che decidono questo “mini Giro di Lombardia”. Il gruppo lascia fare a 6 minuti di ritardo, con Ignatas Konovalovas gregario più prezioso di Armirail.

L’uno-due Selvino-Miragolo San Salvatore inizia a spaccare le gambe e miete due vittime: sulla prima asperità (dedicata a Felice Gimondi e ai corridori bergamaschi) si rialza Dainese, che sta combattendo con la bronchite senza arrendersi al ritiro; sulla seconda è il turno di Marcellusi, fiaccato dallo sforzo solitario svolto in precedenza per unirsi all’iniziativa. I due litiganti di prima stavolta sprintano lealmente, si dividono uno scollinamento a testa e si danno il cinque: il colombiano supera Pinot e diventa, insieme al francese e allo stesso Healy, il principale concorrente di Bais nella lotta dei GPM.
Cadute indolori o quasi: a Selvino Velasco si porta giù il tandem Frigo-Berwick: nessuno si fa troppo male e i tre rientrano in fuga. Come non si fa troppo male in gruppo Pavel Sivakov, che scivola nella discesa da Miragolo e si rimette subito in sella.

Il tratto pianeggiante prima della Valpiana non è meramente interlocutorio: al km 147, passata da poco Longuelo, attacca Niccolò Bonifazio. Il resto dei fuggitivi si allunga per inseguire e Gavazzi desiste. Ad Almenno San Bartolomeo, il 29enne ligure imbocca i 10 km al 7% abbondante con un margine di oltre un minuto sui tredici inseguitori. Lui però ha ruota veloce, non passista, e la gara esplode qua con altri uomini. A metà salita, al km 159, Marco Frigo e Brandon McNulty scattano insieme: passano Bonifazio e lasciano sul posto gli ormai ex compagni d’avventura, che cominciano a sparpagliarsi nella terra di mezzo… tranne uno, il solito Healy, che risponde presente e, nel giro di un paio di chilometri, va ad acciuffarli e a sua volta sorpassarli. Il classe 2000 della EF transita da solo su a Roncola, ma non riesce a replicare il trionfo di Fossombrone. In picchiata rientra su di lui McNulty; ci mette un po’ di più il nostro Frigo, che all’ingiù tende a tirare un po’ il freno, ma appena spiana recupera terreno e all’arco dei -10 è un terzetto a dirigersi verso Bergamo.

Esplosione che non avviene invece nel plotone, dove la Jumbo Visma si affaccia insieme alla Ineos a tenere assolutamente costante il ritmo. Evadono Warren Barguil (Arkea Samsic, a circa 11 minuti da Armirail in classifica) e Lorenzo Rota (Intermarché Circus Wanty, motivato dal fatto di essere bergamasco) ma vengono ripresi. Lo spettacolo è sul trio davanti: sullo strappo conclusivo della Città Alta, Healy e McNulty salutano Frigo, ma se lo ritrovano alla loro ruota sul rettilineo di via Vittorio Emanuele. Proprio il giovane veneto della Israel Premier Tech prova ad anticipare la volata, ma McNulty sceglie perfettamente il tempo e precede di mezza bici Healy. Podio e applausi per Frigo, anzi per tutti e tre, con gli altri che giungono alla spicciolata. Nell’ordine: Mollema, Rubio, Velasco, Pasqualon, Huys, Albanese e Bidard a completare la top-10, poi Rojas.

Un assaggio di scaramucce dei leader lo si vive quantomeno sul pavé di Bergamo Alta: la maglia bianca Joao Almeida, forse galvanizzato dal successo del compagno McNulty, accenna alla sfiammata e si porta gli avversari in fila indiana. Perde qualcosina Kämna, qualcosa in più Armirail, stop. Per pochissimi metri davanti ad Almeida, un bravo Bonifazio dodicesimo, ultimo superstite della fuga.

Domani riposo, dopodiché sarà durissima ultima settimana a partire dal monte Bondone di martedì. La ciclamino di Jonathan Milan (Bahrain Victorious) continua a essere ben salda.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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