Busto, nuovo gruppo consigliare: forse ci siamo. Domani l’incontro con Antonelli

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BUSTO ARSIZIO – Si va dal sindaco per ricevere la “benedizione” politica definitiva. I cinque consiglieri di maggioranza, che da giorni stanno lavorando per dare vita a un gruppo unitario, a sostegno dell’amministrazione, domani, giovedì 27 maggio, andranno in delegazione dal primo cittadino Emanuele Antonelli, per mettere sul tavolo le proprie intenzioni e riflessioni. E per dare così alla luce il gruppo di cui tanto si è parlato. E che nel volgere di due settimane ha tentennato, si è scollato e ora, riunito.

Perché dal sindaco?

“Perché vanno dal sindaco?”. Ammesso che domani l’incontro, al momento non ancora confermato dal primo cittadino, si farà, è questa, in effetti, la domanda che molti degli addetti ai lavori si pongono. Perché mai una formazione consigliare, di maggioranza, debba ricevere il definitivo lasciapassare del primo cittadino. Aggiungendo al quesito un ulteriore dubbio: ma quello che dovrebbe nascere, è il gruppo del sindaco o un gruppo a sostegno anche del sindaco? Sottigliezze, certo. Ma che in politica possono segnare la differenza. Magari minima, anche se a volte fatale. Tanto che il dibattito tra i cinque, oltre che sul nome della squadra, è stato anche sul posizionamento politico, visto che una parte dei cinque consiglieri ha spinto per marcare l’appartenenza, o stretta vicinanza che dir si voglia, al primo cittadino, mentre una parte ha insistito per sfumarla. Su quali basi verrà raggiunta l’intesa lo si saprà dopo l’incontro del primo cittadino. E dal nome della formazione. Che potrebbe avere ancora la dicitura “Antonelli”, ma anche no. Insomma la griffe dirà tante cose. Come anche la possibile rappresentanza in giunta (il nome di Angelo Carenzi, nel frattempo è tramontato) e il nome del capogruppo.

Moderato ottimismo

Al momento però i cinque, ovvero Paolo Genoni, Roberto Ghidotti, Donatella Fraschini, Alberto Armiraglio e la new entry Michela Provisione predicano moderato ottimismo sul portare in porto un’operazione, che potrebbe anche rappresentare il primo tassello sistemato in un panorama politico liquido, confuso e intricato. Già perché la fase del rimpasto non si potrà che aprire una volta appurata la composizione dei gruppi in sala esagonale, soprattutto di quei consiglieri “ballerini” che, di giravolta in giravolta, hanno cambiato (o tentato di cambiare) le posizioni di partenze in sala Esagonale. Anche più volte. E tra le fila c’è anche Livio Pinciroli, partito leghista, diventato forzista (indipendente) e tornato in casa Carroccio. Ma in anticamera, poiché la Lega ha dato il benestare al figliol prodigo (e ci mancherebbe altro, davanti a un consigliere in più, di questi tempi, si fa “buon viso a cattivo gioco”), ma come esterno.

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