Il ministro Guerini “snobba” Renzi e sfida il centrodestra: «Pd unito, loro divisi»

Apre Alessandro Alfieri (primo a sinistra) e chiude il ministro Guerini (ultimo a destra). In mezzo: Capriolo; Cauzzo, Leotta e Pacchioni

VARESE – Terzium non datur. Anche per il ministro Lorenzo Guerini alle elezioni del 25 settembre non è ammessa una terza possibilità: «Solo il Pd può contendere la vittoria a questo centrodestra, che è diviso su tutti i temi fondamentali per il rilancio del Paese».

Lorenzo Guerini è arrivato pochi minuti prima delle 21, accompagnato dal senatore del Pd varesino e candidato (sempre al senato) Alessandro Alfieri. E non potrebbe essere altrimenti poiché entrambi sono punti di riferimento di Base riformista, una delle correnti interne al Pd e che gli insider dem spesso etichetta come gli “ex renziani”. E si parte proprio da lì, nell’intervista che il ministro concede a Malpensa 24: dalla composizione delle liste e dall’esclusione di importanti esponenti di Base riformista.

Sulle liste si discute, ma in campagna si va uniti

«Quando si compongono le liste ci sono sempre discussioni. Ma quelle del Partito democratico arrivano dopo un percorso di condivisione. Ecco, vorrei sapere se è accaduta la stessa cosa negli altri partiti. Detto questo siamo un partito compatto, unito e consapevole della sfida che ci aspetta». Una pausa e poi attacca (riprendendo il tema di questa mattina ndr) con il voto utile: «Le proposte in campo sono due. La nostra e quella della destra. Noi che portiamo avanti il lavoro fatto al governo prima con Conte e poi con Draghi per rilanciare il Paese. E dall’altra parte una destra divisa su tutte le questioni fondamentali».

Terzium non datur. Eppure c’è

Anche Guerini batte sula “scelta a due”. Ignorando di fatto il terzo polo Italia viva – Azione e polarizzando la sfida centrosinistra – centrodestra. Eppure il “terzo incomodo” (che non può ambire a vincere, ma spariglia) ha tra i leader proprio quel Matteo Renzi che ai tempi del “turbo renzismo” battezzò Guerini “il Forlani del Pd”. Un’altra epoca. «Negli uninominali si passa chi prende più voti e chi può contendere la vittoria è il Pd. La battaglia di Renzi e Calenda è un’altro tipo di battaglia. Facciano la loro. Spiace solo che vedere che Calenda, anziché attaccare la destra, attacca noi». Liquidati.

Questo Pd vuol davvero vincere?

«Siamo in campo per vincere e le campagne elettorale si fanno per ribaltare i sondaggi che oggi ci danno indietro. Ma a dare le indicazioni saranno gli elettori». Draghi premier? «Chi la fatto cadere è stato folle e spero che gli elettori giudicheranno Cinque stelle lega e Forza Italia anche per la scelta fatta di togliere la fiducia al governo Draghi».

Niente festa, ma tendone pieno alla Schiranna

Non c’è più la festa dem alla Schiranna, ma questa sera (sabato 3 settembre) c’era tanta gente ad accogliere e ascoltare Lorenzo Guerini, ministro della Difesa nel governo Draghi. Presenti: il sindaco Davide Galimberti, che a differenza di quanto è arrivato il ministro Orlando, si è anche fermato al dibattito; il segretario provinciale Giovanni Corbo, la sua vice Alice Bernardoni, il segretario cittadino Luca Carignola, il consigliere regionale Samuele Astuti.

C’erano anche: i consiglieri comunali varesini (tra questi Manuela Lozza, Domenico Marasciulo, i giovani “falchetti” quasi al completo – da Giacomo Fisco a Giulia Mazzitelli al candidato Matteo Capriolo), all’assessore Andrea Civati. Non mancano i dem bustocchi con Valentina e Angelo Verga e quelli gallaratesi rappresentati da Pierluigi Galli. Tra il pubblico anche Giuseppe Adamoli. Alla Schiranna, ma solo per un saluto istituzionale al ministro, è arrivato anche il prefetto di Salvatore Pasquariello, il quale dopo aver accolto e salutato Guerini ha lasciato l’area feste dei dem.