I candidati sindaci di Legnano “corrono” il Palio: confronto serrato sulla Fondazione

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LEGNANO – Dopo la chiusura della raccolta firme per le liste, la campagna elettorale per le Comunali entra nel vivo. E si accende su un tema-chiave per Legnano: il Palio e la Fondazione che lo dovrebbe gestire. Giusto ieri, sabato 22 agosto, Lucia Bertolini, candidata sindaco della Sinistra-Legnano in Comune, ha esortato ad «evitare che il Palio diventi un’attività gestita in modo privatistico». Per Carolina Toia (centrodestra) si tratta solo di «portare a compimento il lavoro già svolto» sulla Fondazione, progetto che risale a due legislature fa, con l’obiettivo a lungo termine di «renderla autonoma dal punto di vista economico».

Toia e Radice d’accordo sul nuovo ente

Anche Lorenzo Radice (centrosinistra) punta sulla Fondazione per assicurare alla manifestazione «autonomia organizzativa e sviluppo delle potenzialità di crescita culturale e sociale». Mentre Toia ha annunciato che avvierà la domanda di riconoscimento del Palio come patrimonio mondiale dell’Unesco, Radice ne ha caldeggiato il riconoscimento come bene culturale a livello regionale e nazionale. Radice ha inoltre spiegato di avere come obiettivo rendere il Palio «ancora più attivo durante tutto l’anno» attraverso la «peculiarità storica e artigianale locale, espressione specifica delle contrade», un museo del Palio e i musei di Contrada.

Brumana: «Idea fumosa, a Siena non esiste»

A gettare acqua sul fuoco interviene oggi il candidato civico Franco Brumana, secondo il quale l’inserimento del Palio nel patrimonio mondiale Unesco è «un obiettivo irrealistico», mentre «non si comprende che cosa intenda Radice per il riconoscimento del Palio come “bene culturale”. Ancora più misteriosa – incalza Brumana – è la connessione che Radice rileva tra le contrade e il settore produttivo dell’artigianato». Quanto alla Fondazione, «il Palio dispone di un Comitato che è munito di tutti i poteri necessari per la gestione della manifestazione e che è un soggetto giuridico a tutti gli effetti, con potenzialità sicuramente non inferiori a quelle di una Fondazione. L’indicazione di questa come ente gestore del Palio è decisamente imprecisa. Soprattutto – prosegue – si deve evitare che, come previsto nell’attuale testo dello statuto per fortuna non ancora sottoscritto, il sindaco sia il presidente della Fondazione: se così fosse, il sindaco quale capo dell’Amministrazione comunale darebbe ogni anno un contributo consistente a sé stesso quale rappresentante della Fondazione da lui presieduta». Dal momento che «non sussiste un’urgenza assoluta» sulla questione, per il candidato civico occorre un confronto con il Collegio dei Capitani e con le Contrade «per evidenziare le reali esigenze organizzative del Palio» ed «è significativo che il Palio di Siena, nonostante la sua enorme rilevanza e le complicazioni dettate da un numero molto elevato di Contrade, non sia gestito da una Fondazione».

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