I vini dell’Insubria ottengono ad Albizzate il marchio De.Co

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ALBIZZATE – Il vino prodotto dall’azienda agricola “Laghi dell’Insubria” ha ottenuto dal Comune di Albizzate la De.Co, la Denominazione comunale di origine, ovvero il marchio che certifica i prodotti tipici del territorio.

Un vino di origine carolingia

Con la De.co, spiega il vicesindaco Eliana Brusa, si vuole valorizzare le tipicità agroalimentari ed enogastronomiche, la produzione, l’attività e l’artigianato tradizionale, la cultura e le specificità locali. La delibera di giunta che ha dato l’assenso all’assegnazione della De.Co è stata preceduta da uno studio sulla storia del vino nel Comune di Albizzate, realizzato da Emanuela Bettega. Pare che la produzione risalga addirittura all’epoca Carolingia e alle vicende del conte Alpicario che agli albori del nono secolo coltivò le prime vigne certificate da documenti storici nel territorio comunale. In seguito, ai tempi della visita ad Albizzate del cardinale Federico Borromeo, venne redatta una descrizione in cui si dice che accanto all’Oratorio Visconteo, più precisamente nella residenza del cappellano, era presente una cella vinaria. Lo studio è poi arricchito dai dati del catasto teresiano che denotano la presenza di numerose vigne sul territorio.

Il marchio De.Co

Appurata la storicità della produzione vinicola ad Albizzate, una commissione presieduta dal sindaco Mirko Zorzo e alla presenza di esperti del settore enologico ha stabilito la congruità del disciplinare. Tre sono le qualità di vino che potranno da ora in poi portare il marchio della De.Co: il Dinebbie, l’Insubria e lo Scighera Tardiva.
Il marchio De.Co è rappresentato da una padella in quanto gli albizzatesi, da sempre, vengono chiamati i Padelatt. E’un soprannome che ricorda le diatribe tra le donne su quale fosse la grande pentola di rame meglio lucidata tra quelle che lavavano in cortile dopo aver cucinato per le loro famiglie numerose, dando origine a critiche del tipo: «La mea l’è pusè lustra de la tua». Sottolinea Brusa: «Così anche il vino ci ha permesso di rispolverare delle pagine del nostro passato che faremo conoscere agli albizzatesi, anche perché tra i vigneti dell’Albizzate medioevale si sono intrecciate storie di cappa e spada che abbiamo recuperato dagli archivi storici e crediamo non siano note».

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