Il Covid 19, la medicina del territorio e l’ospedale unico

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di Gian Franco Bottini

Lo Stato emette dei Buoni del Tesoro chiaramente finalizzati a coprire i costi della situazione creatasi col Covid19 e nei 3 giorni di sottoscrizione dedicati ai “cittadini”, si raggiunge una cifra impensabile, abbondantemente duplicata rispetto alle tremebonde previsioni. Come tutte le cose anche questo exploit deve trovare le sue motivazioni, che non sono certo identificabili nelle caratteristiche particolarmente appetibili dell’offerta (interessi più elevati, fiscalità più morbida , etc) quanto in altri fattori da individuare.

Per spiegare meglio la situazione, anche a costo di banalizzare: lo Stato ha chiesto ai cittadini, in grado di farlo, di prestargli parte dei loro risparmi per aiutarlo a sostenere altri concittadini in chiara difficoltà personale o di lavoro; l’alta risposta è stata una piacevole sorpresa. Lo sappiamo che questa banalizzazione farebbe inorridire qualsiasi disincantato promotore finanziario, ma a noi piace vederla così! Ci dà la possibilità di individuare la ragione del successo nella fiducia dei risparmiatori nel futuro del Paese, nella volontà di contribuire in un momento delicato della nazione, nell’orgoglio di sentirsi un popolo e , magari senza volerlo, in un ’incoraggiamento alle proprie istituzioni, a tutti i livelli.

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Gian Franco Bottini

Se questa ipotesi fosse vera, e confermata, allora ci sarebbe da rallegrarsi perché significherebbe che il Covid19 insieme ai lutti, ai guai economici e alle inevitabili ferite sociali ha lasciato nella nostra testa la sua parte buona (se così la possiamo chiamare) che ci potrà aiutare a fare un salto di qualità collettivo nell’affrontare con intelligenza la pericolosissima fase 2 e,più avanti, nell’interpretare i fatti avvenuti , valutare gli errori ,accettare i rimedi. Discorso che vale , oltre che per tutti noi, particolarmente per i politici e per i giornalisti “aggregati”, specificamente per quanto concerne quei temi dove l’onestà intellettuale suggerisce di non farne un smaccato terreno di propaganda bensì di umile riflessione e saggia correzione; al primo posto naturalmente la Sanità Pubblica.

Qualcuno ha affermato a suo tempo che “il virus si deve combattere sul territorio prima che negli ospedali” e messi a confronto, a posteriori, i risultati di importanti Regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia ci pare onestamente doveroso assumere quell’asserzione a base di serie riflessioni. Soprattutto se si riscontra che, nel mezzo della buriana, in Lombardia risultavano curati a casa il 40% degli infetti conclamati mentre in Veneto la comparabile percentuale sfiorava il 70%; morti e intubati correlati sono numeri purtroppo noti a noi tutti . Che noi, in Lombardia, si debba rafforzare tutto quanto concerne gli interventi sanitari sul territorio ci sembra cosa così evidente che il negarla significa non voler partecipare a quel salto di qualità che il Covid19 ci suggerisce.

Già nei mesi precedenti gli assalti ai Pronto Soccorso avevano segnalato chiaramente che il territorio non filtrava più a sufficienza per impedire gli intasamenti degli ospedali ; il Covid19 lo ha tragicamente confermato. Così come sarà necessario ricalibrare il rapporto fra sanità pubblica e privata, essendo chiaramente emerso che certi tipi di problematiche (e non è necessario pensare solo alle pandemie) possono essere affrontati solo dalla sanità pubblica, mentre quella privata può fungere da prezioso integratore di servizi ma non da
avvantaggiato concorrente.

E’ evidente anche che la Medicina di Base, che al Covid19 ha pagato il suo tragico prezzo, dovrà ritornare ad essere l’elemento più importante del sistema e, con tutto il rispetto, non quell’anello un po’ annoiato quale sfortunatamente negli ultimi tempi appariva. Alla luce di quanto sopra viene spontaneo allora pensare che il progetto per il nuovo Ospedale Unico (Busto/Gallarate) dovrà essere riconsiderato soprattutto per quanto riguarda le funzioni ausiliarie destinate al Territorio, alla loro collocazione e al riutilizzo delle attuali strutture originariamente destinate alla dismissione.

Forse il Covid19 riuscirà persino a far apprezzare a qualcuno il vituperato Mes-sanitario che, con le sue risorse dedicate proprio alla sanità, potrebbe accelerare il tempo di realizzazione di tutta l’opera. Notiamo che in questi giorni, soprattutto da Gallarate, sul progetto in questione si alzano voci di dissenso e critica che, per quanto detto, in questo momento ci paiono non aver ragion d’essere. Agli amici di Gallarate, notoriamente malati di “campanile”, vorremmo suggerire di approfittare anche loro di quel salto di qualità del quale prima parlavamo, che escludeva, come presupposto, l’utilizzo propagandistico di temi così rilevanti per il nostro Territorio.

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