Il cuore d’Italia in soccorso della famiglia legnanese senza casa: trovati tetto e lavoro

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LEGNANO – C’è un lieto fine per la vicenda della famiglia Cadoni, che alla fine del 2022 aveva catalizzato l’attenzione di tutta Italia (e non solo). Papà Ignazio ha trovato un lavoro e una casa da condividere con la moglie e le figlie, in attesa che possa raggiungerli anche il terzogenito, nato lo scorso dicembre all’ospedale di Legnano con una malformazione congenita (una paralisi delle corde vocali) e ora insieme alla madre in Brianza in una struttura specializzata per minori con particolari complessità neurologiche, dopo essere stato ricoverato per alcuni mesi all’ospedale “Macedonio Melloni” di Milano.

Commovente la gara di solidarietà per la famiglia, costretta a vivere in auto dopo che il padre Ignazio, muratore, aveva perso il lavoro in seguito alla crisi del settore edilizio innescata dall’emergenza sanitaria e non era così più riuscito a pagare l’affitto dell’appartamento in cui abitava con le due figlie e la moglie allora in dolce attesa. Del suo caso era stato coinvolto il Comune di Legnano, che però aveva prospettato soluzioni abitative ritenute inadeguate dai Cadoni. È stata la generosità di tante persone a permettere di risolvere la situazione, come ha spiegato oggi, mercoledì 19 aprile, Valeria Vanossi, presidente dell’associazione “Il Sole nel Cuore” (nella foto in alto, al maniero della Contrada San Magno, con le volontarie, Ignazio Cadoni e i medici dell’ospedale milanese che hanno avuto in cura suo figlio).

Vanossi: «Più di 800 offerte di aiuto»

«Abbiamo scelto di dare notizia di come si sono risolte le cose solo oggi – ha spiegato Vanossi – perché era giusto spegnere i riflettori dopo la grande risonanza mediatica che la vicenda aveva incontrato. Basti dire che tra telefonate, e-mail e messaggi social e whatsapp abbiamo ricevuto più di 800 offerte di aiuto, con donazioni in denaro fino a 3.00 euro e materiali, alloggi compresi. Le abbiamo valutate tutte, pensando a che cosa era più opportuno per questa famiglia. L’Italia si è dimostrata come sempre solidale. Una signora 85enne di Roma ha chiamato per contribuire, pur vivendo della sua pensione, con 10 euro. Un’associazione di signore di Torino che lavorano all’uncinetto ha spedito due copertine per il piccolo. Sono arrivati contributi perfino dalla Spagna e dal Brasile da italiani che hanno visto la storia in tv. Nella causale di uno di essi era scritto: “per il sogno di Ignazio”».

Il sogno si è infine avverato. Ignazio è stato assunto in febbraio a tempo indeterminato da un’azienda edile legnanese, Casa Project srl, mentre ad offrire un’abitazione a titolo gratuito ha provveduto la consigliera comunale Daniela Laffusa in qualità di volontaria della stessa associazione, fino a quando non sarà disponibile un nuovo bando per l’assegnazione di una casa popolare. «Sono soddisfatta del lavoro che è stato fatto – ha aggiunto Vanossi – e mi scuso, anche con i donatori, per il lungo silenzio ma avevamo tanto da fare. Abbiamo accompagnato Ignazio nei colloqui e seguito passo dopo passo lui e la famiglia. Non è stato semplice, anche perché la nostra associazione si occupa di molto altro sul territorio».

Papà Ignazio: «Grazie a tutti, ora aspetto mio figlio a casa»

«Ero senza lavoro da più di un anno e avevo perso la casa – ha raccontato Cadoni – Dico grazie a tutti gli italiani che hanno dato una mano a me, che non sono nessuno. Non ho parole per ringraziare tutti. Il Sole nel Cuore e le sue volontarie sono sempre stati disponibili e fanno un lavoro stupendo. Ora delle mie figlie, quando sono al lavoro, si occupano dei nipoti che abitano a Cerro Maggiore. Speriamo che torni al più presto a casa anche mio figlio, che è in buone mani, seguito da medici che sono un vanto per il nostro Paese. Ne ho passate tante, spero che non càpiti a lui, che cresca bene e stia bene al più presto».

Presenti oggi anche il direttore della pediatria del “Melloni”, Luca Bernardo, e la dottoressa Silvia Di Chio, direttore della Struttura complessa nel reparto di assistenza ai neonati critici dello stesso ospedale. «Ringrazio l’associazione per tutte le belle cose che ha fatto, fa e farà – ha esordito Bernardo – come aver fornito i pasti a medici e infermieri durante la pandemia. Non è vero che Ignazio è nessuno, come dice, è un papà e i genitori fanno una cosa non scontata in tempi difficili dal punto di vista economico come quelli che viviamo: creare una famiglia e avere figli che devono vivere nel tempo. A loro dico: avete dato all’Italia un tesoro, un figlio. Grazie anche ai media che raccontano anche le cose belle della vita e che funzionano oltre a quelle meno belle. Questo di oggi è un bel racconto.

«Il piccolo è nato solido, robusto, forte, come ha dimostrato subito dalle prime ore di vita. È stato subito intubato perché non riusciva a respirare a causa di un problema meccanico delle vie respiratorie sulle corde vocali, il che comporta problemi alimentari oltre che respiratori. Il servizio di trasporto del nostro ospedale con una équipe medica e infermieristica specializzata, uno dei primi in Italia, è venuto a prenderlo a Legnano e lo ha portato al “Melloni”, dov’è rimasto fino a a fine marzo. Ora ci aspettiamo che entro l’anno di vita la situazione si sblocchi, altrimenti bisognerà intervenire in un’altra maniera».

Bernardo: «Terzo settore da tenere a cuore»

Bernardo – già sfidante di Sala per il centrodestra alle elezioni comunali di Milano del 2021 – ha infine speso parole di sincero apprezzamento per tutto quello che la vicenda ha suscitato. «Mi piacerebbe che questo sodalizio del terzo settore non fosse chiamato solo quando c’è necessità, ma che fosse sempre presente a tutti e contattato sia in campo sanitario che sociale, che giovanile. I volontari che ne fanno parte sono tutte persone che lavorano con il cuore e con professionalità, c’è dietro una precisa formazione. La cosa più bella è stata vedere supportare questa famiglia non solo dal punto di vista economico ma anche della dignità, con un tetto e un lavoro. È giusto che chi è più fortunato paghi anche per gli altri».

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