Il sindaco Antonelli censura Malpensa24, ma non sarà lui a chiuderci la bocca

busto antonelli M24

BUSTO ARSIZIO – “I commercialisti non dovrebbero occuparsi di politica”. Ce lo diceva anni fa, quando la politica era ancora la politica, un consigliere comunale di Gallarate capace di intervenire in Aula sul bilancio di previsione citando, in modo pertinente, Kant o Benedetto Croce. Forse quel consigliere esagerava. O forse no, fornendo una giustificazione alla sua tesi con la formazione schematica, da ragioniere, di chi era abituato a lavorare coi numeri. Noiosi professionisti mal disposti alla flessibilità della mente e delle situazioni. Quindi, sprovvisti del dono dell’ironia.

Sarà per questa ragione che Emanuele Antonelli, primo cittadino di Busto Arsizio e commercialista, sta tentando di mettere la mordacchia a Malpensa24. Ha ordinato all’ufficio stampa del Comune di cancellarci dalla mailing list usata per le convocazioni di conferenze stampa e incontri pubblici. Saremmo indesiderati, anzi, siamo indesiderati a Palazzo. A un nostro collega ha detto in faccia che Malpensa24 è in malafede e i suoi giornalisti sono cattivi e che, per questa ragione, non ci rivolgerà mai più la parola. Ancora: va raccontando in giro che farà di tutto per non farci entrare in Municipio e, se mai superassimo la soglia di via Fratelli d’Italia, ci butterà fuori.

Da dove nasce cotanta ira? Supponiamo dalle pagelle che, venerdì 18 gennaio, abbiamo pubblicato distribuendo i voti sull’operato suo e dei singoli assessori. Al teatro Sociale, poco prima che andasse in scena l’autocelebrazione dell’esecutivo, ha sbroccato, berciando contro coloro i quali si erano permessi di esprimere giudizi, nella maggioranza dei casi lusinghieri o, comunque, di piena sufficienza per via mediatica. Insomma, lesa maestà. O, secondo alcune interpretazioni, sproporzionata reazione rispetto a un paio di voti bassi.

Caso non raro, la stizza senza un vero perché, tra sindaci dispotici della nuova classe dirigente, che confondono l’attività istituzionale con una faccenda privata, si immusoniscono e sbattono porte in faccia a chi mette in discussione il loro “pensiero unico”. Siamo addirittura al caso che uno di questi minacci querele per aver riportato senza il suo consenso (!) un comunicato stampa di un gruppo politico pubblicato su Facebook. Motivo? I giornalisti avrebbero violato il diritto d’autore. Da sbellicarsi dalle risa.

A questo punto dovremmo invocare la libertà di stampa, l’articolo 21 della Costituzione, il diritto/dovere dei giornali di raccontare fatti e esprimere e pubblicare opinioni. Anche e soprattutto quelle scomode, che fanno arrabbiare il potere. Invece,  passiamo oltre, rispondendo ad Antonelli che non sarà lui a chiuderci la bocca, che continueremo a presenziare alle conferenze stampa (Palazzo Gilardoni non è casa sua) e a tutti gli eventi di Busto Arsizio che riterremo interessanti per i lettori. Che sono i nostri giudici, e soltanto loro.

Inoltre, memori del fatto che per nostra fortuna il Minculpop operava nel lontano ventennio, continueremo a dare spazio a qualunque opinione che sia entro le regole della civile convivenza, da qualunque parte ci arrivi, in pieno rispetto del pluralismo. Anzi, se vorrà, siamo a disposizione del sindaco di Busto Arsizio per ospitare le sue repliche, come si conviene nel gioco delle parti, nella distinzioni dei ruoli e fra gente per bene. Possibilmente consapevole di quanto sta facendo e rappresenta, manifestando equilibrio e non isteriche e incomprensibili  ripicche. Senza dimenticare che se è vero che Busto Arsizio è la quinta città della Lombardia, in alcune occasioni finisce purtroppo per confermarsi il primo paese.

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