Busto, le multe non pagate e mai riscosse valgono più di 1 milione di euro

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BUSTO ARSIZIO – C’è chi dice che valgono almeno un milione di euro. Chi ci aggiunge qualche centinaio di migliaia di euro e chi, prudentemente, sostiene che si dovrebbe fare un calcolo, per nulla semplice, per fissare la cifra esatta. Sta di fatto che le multe non pagate e mai riscosse sono un tot. Nel senso che sono davvero tante. Anche se nessuno, al momento, è stato incaricato di recuperare quei soldi, che però servirebbero (eccome se servirebbero) a Palazzo Gilardoni.

Quello delle multe non riscosse è un problema di molti Comuni, non solo di Busto Arsizio. Ma il mal comune non può essere un mezzo gaudio. Tanto più di questi tempi, che sulla città si agita lo spettro dell’aumento delle tasse. A sollevare la questione nel consiglio comunale di settembre dell’anno scorso fu la leghista Paola Reguzzoni, La consigliera fece un’analisi sommaria della situazione, partendo dal fondo crediti di dubbia esigibilità accantonato nel 2017, dove la voce “multe non riscosse” era piuttosto cospicua.

Ora l’iter di riscossione dei verbali non saldati entro la scadenza “naturale” pare essere piuttosto complesso e lungo. Al momento chi si occupa di inviare le ingiunzioni di pagamento della multe non riscosse è l’Ica. Ma occorre anche considerare che non tutti i morosi saldano. Tanto che appunto nel tempo si è creata una voragine. Che di anno in anno cresce e viene trascinata da un bilancio all’altro come un fardello. Dentro al quale bisognerebbe certo fare chiarezza tra i credi non più esigibili e quelli invece ancora esigibili. Come bisognerebbe stabilire chi deve, su mandato del Comune, andare a riscuotere le tante pendenze. In genere è un’agenzia esterna specializzata che si occupa di recupero crediti. Al momento però a Busto nessuno è stato incaricato per fare ciò.

Oppure c’è anche un’altra soluzione, sulla carta meno complessa e che potrebbe ridurre quel buco di mancate entrate: la rottamazione. Scelta già adottata anche da altre città, come ad esempio Milano dove la situazione era ben più pesante rispetto a Busto, e che dà l’opportunità di saldare le pendenze senza l’applicazione della mora e con una riduzione della cifra dovuta. Certo un po’ ci si smena, ma non del tutto.

«Il problema esiste come avevo già detto qualche mese fa – spiega Paola Reguzzoni – Credo forza italia reguzzoniche sui dati occorre metterci la testa. Insomma non si può pensare di continuare a rimandare il problema di anno in anno a incrementare ogni volta il fondo per i crediti di dubbia esigibilità. Una decisione a questo punto va presa». Ed è a questo punto che si torna a parlare anche del possibile aumento dell’Irpef, «che non è direttamente legato alle mancate entrate delle multe – continua Paola Reguzzoni – ma che però deve restare l’ultima soluzione possibile. Certo ritoccare l’aliquota Irpef resta la soluzione più veloce per far quadrare i conti. Ma prima di fare ciò bisogna percorrere altre strade. Anzi tutte le strade possibili. Il recupero dei crediti potrebbe essere una di queste. Ma non solo. Agesp ad esempio nella scorsa amministrazione girava al Comune quasi 2 milioni e mezzo di euro. Quest’anno no. Forse anche su questo tema occorre fare un ragionamento complessivo. Come sul fatto che anche gli oneri di urbanizzazione incamerati sono aumentati».

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