Il sindaco Cassani: “Sull’ospedale unico con Busto ancora tutto da decidere”

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GALLARATE – “Siamo nella fase ancora delle previsioni e non vi è nemmeno la certezza del fatto che l’area interessata alla costruzione del nuovo ospedale sia quella o addirittura che sia esclusivamente quella”. Dichiarazione pubblica di Andrea Cassani, sindaco di Gallarate, in consiglio comunale, ieri sera lunedì 4 marzo. Il primo cittadino ha preso la parola su sollecitazione del Partito democratico nello spazio che l’assemblea civica dedica ai question time. I dem, attraverso il capogruppo Giovanni Pignataro, hanno chiesto notizie sull’accordo di programma tra la Regione e le amministrazioni di Busto Arsizio e Gallarate interessate alla costruzione del polo unico ospedaliero. Risultato? Siamo appena all’inizio dell’iter realizzativo, al punto – sempre secondo Cassani – che al momento non è nemmeno possibile stabilire quali aree in territorio gallaratese potrebbero essere interessate da opere collaterali o direttamente collegate al futuro ospedale.

Le aree della superstrada 336

L’edificio è ipotizzato in un vasto terreno del quartiere bustocco di Beata Giuliana, proprio sul confine con Gallarate e, quindi, con i terreni della superstrada 336, al centro di un decennale contenzioso tra Comune e proprietari. E motivo di infiniti scontri politici sulla loro destinazione. “Quindi” sottolinea Cassani “fintanto che non vi sarà un progetto, quanto meno preliminare, è impossibile valutare le aree interessate. Sarebbe però miope affermare che su quelle aree confinanti con il terreno offerto a Regione Lombardia non possano sorgere attività collegate all’ospedale”.
Significativa la seguente dichiarazione: “L’interesse pubblico per la futura presenza dell’ospedale impone riflessioni che non si possono fermare di fronte a una difesa ideologica del verde”.

Concorso di idee per riutilizzare l’esistente

Preso atto della necessità di rimodulare la viabilità all’intorno e, quindi, i collegamenti con il centro città, Cassani ha ribadito la volontà di condividere con la Regione tempi e modi del percorso di dismissione dell’attuale ospedale e delle sue strutture “avendo cura” ha detto il sindaco “di salvaguardare padiglioni vincolati e storici (come il Boito, ndr) e di valutare il riuso di quelli di recente edificazione”. Un impegno urbanistico tutt’altro che marginale che verrà affrontato, afferma il primo cittadino “ipotizzando un concorso di idee aperto e sfidante per disegnare e riprogettare la rigenerazione dell’area che cuba circa 50mila metri quadrati”.
Andrà inoltre considerata la necessità di mantenere funzioni utili quali residenza direzionale terziario ricettivo uffici di interesse comuni e negozi di vicinato e bar, utili a evitare la desertificazione economica e problemi di degrado e abbandono a ridosso del centro storico, valutando anche l’inserimento di aree verdi”.

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