Varese, il sindaco “chiama” i parlamentari eletti «per discutere del territorio»

VARESEUn invito ai parlamentari varesini eletti dopo le elezioni politiche di domenica per «discutere delle questioni più importanti per il territorio di Varese». A lanciarlo, in apertura del consiglio comunale in corso questa sera, mercoledì 28 settembre, il primo cittadino di Varese Davide Galimberti. Quindi sono seguite la discussione sulle pietre d’inciampo e la mozione di censura del presidente del consiglio comunale.

L’invito del sindaco

In apertura di consiglio, dopo un minuto di silenzio per la scomparsa di Bruno Arena (nella foto sopra), l’intervento del sindaco Davide Galimberti è stato dedicato proprio al post-elezioni. «Mi dispiace che nessuno dei consiglieri comunali candidati per le varie forze sia stato eletto, ma ne approfitto per fare un appello a due giorni dal risultato elettorale e prima del nuovo governo. Un appello a tutte le forze affinché si facciano portavoce con i rappresentanti eletti a livello nazionale perché le questioni discusse con i cittadini in campagna elettorale siano poste ai primi punti dell’attenzione del Parlamento e del Governo, a partire dalla questione energia, gli aiuti agli enti locali e altre iniziative che richiedono conclusione, come l’accordo con la Svizzera per i frontalieri e le questioni Malpensa, Olimpiadi e infrastrutture». Quindi un invito lanciato ai parlamentari eletti in provincia. «Propongo un incontro al più presto con il consiglio comunale, per discutere dei temi principali per il nostro territorio».

Gli interventi in apertura

Anche il consigliere Guido Bonoldi di Lavoriamo per Varese ha lanciato un appello ai parlamentari eletti. «Questa sera – ha detto – sono qui con noi due nuovi varesini, Pablo Jimenez e Diana Fisher, arrivati dal Paraguay a inizio settembre (nella foto sotto). Pablo è medico, Diana odontoiatra. Pablo ha iniziato a lavorare al Molina con il riconoscimento semplificato del titolo di studio legato all’emergenza Covid. Il sistema sanitario nazionale ha bisogno in questo momento di reclutare operatori dall’estero, mi auguro che il nuovo Parlamento renda queste misure strutturali e non solo legate all’emergenza». Luca Paris del Pd ha portato le richieste dei residenti di via Monteggia e via Mercantini, che chiedono di intervenire con dissuasori della velocità a tutela della sicurezza dei pedoni dopo gli incidenti stradali avvenuti nelle ultime settimane. Luca Boldetti del Polo delle Libertà ha invece presentato un’interrogazione per chiedere agli uffici comunali quante segnalazioni sono state ricevute negli ultimi 4 anni e quante sono state evase. «Questo per accendere la luce sul tema delle segnalazioni che vengono fatte al Comune e molte non ricevono risposta e non vengono evase. Bisogna fare in modo che si dia un feedback ai cittadini».

La querelle delle pietre d’inciampo

Ampia discussione è stata dedicata alla mozione presentata dal consigliere della Lega Barbara Bison in merito alla posa delle pietre d’inciampo. «La richiesta di collocazione è stata presentata per la prima volta a marzo 2021 e poi reiterata due volte senza riscontro. Credo che questo disinteresse sia offensivo nei confronti delle vittime dell’olocausto e delle loro famiglie. Diamo per rispetto di queste persone un segnale e votiamo all’unanimità questa mozione». Le ha replicato l’assessore alla cultura Enzo Laforgia. «Condivido la mozione, ma ciò che viene chiesto è stato superato da una delibera della giunta dello scorso luglio in seguito a cui il Comune ha contattato la segreteria dell’Anpi provinciale e siamo in attesa di una risposta sulla condivisione della modalità e data della messa in posa. Ritengo che sia una mozione condivisibile, però credo che sia superata da questo atto operativo del Comune e quindi può essere ritirata». Parole a cui ha replicato a sua volta Bison. «La questione è superata nel momento in cui le pietre sono posate, cosa che ad oggi non è ancora stata fatta. Non c’è nulla di superato, quindi chiedo che si voti questa mozione». Dopo gli interventi sul merito e sul metodo da parte di consiglieri di maggioranza e minoranza si è passati alla votazione, con 27 voti favorevoli su 27. Presente nel pubblico la presidente provinciale di Anpi Ester Maria De Tomasi (nel video sotto), che ha sottolineato che l’associazione ha risposto via Pec alla richiesta giunta dal Comune a luglio, riferendo che avrebbe contattato i parenti dei deportati per accordarsi con loro. «Dopo aver ricevuto un riscontro da tutti i parenti possiamo ora metterci in contatto con l’amministrazione: auspico un incontro dove ci si può chiarire e porre termine a questo doloroso cammino».

Mozione di censura e dura replica del sindaco

Quindi all’ordine del giorno la mozione di censura del presidente del consiglio Alberto Coen Porisini presentata dalla minoranza in merito ai fatti del consiglio comunale di giugno. Lo stesso Coen ha risposto all’opposizione spiegando il suo operato. Ma è stato poi il sindaco Davide Galimberti a replicare in modo ancora più netto. «Il presidente del consiglio non ha bisogno di alcun richiamo. Al contrario, ha bisogno di un riconoscimento da parte di questo consiglio rispetto alla conduzione di quelle sedute. Il fatto che oggi la minoranza a distanza di mesi da quella discussione si ostini a richiedere e rimettere in votazione la mozione di censura è un atto irrispettoso delle istituzioni democratiche. Francamente mi aspettavo che a distanza di questi mesi questa mozione venisse ritirata proprio perché dalla lettura di tutti gli atti di questa vicenda emerge l’assoluta professionalità con cui è stata condotta. Io vedo una volontà della minoranza di condizionare in futuro il presidente del consiglio comunale e questo è inaccettabile. Francamente questa mozione di censura penso che costituisca un precedente che questo consiglio non meriti e spero che l’intera aula voti contro a questa bizzarra mozione».

Paris “contro tutti”

E mentre le posizioni tra maggioranza e minoranza non si scollano dalle punti di partenza, a regalare un sussulto alla discussione è stato il consigliere del Partito democratico Luca Paris, il quale ha “censurato” il collega di partito Domenico Marasciulo disconoscendo la dichiarazione di voto contraria, pur votando “no” alla censura del presidente del consiglio. «Sono contrario alla mozione di sfiducia – ha detto Paris – ma sono anche contrario a quanto sostenuto da Marasciulo che ha definito maldestro l’interessamento degli ordini professionali».