In commissione a Legnano le «ombre» sulla nomina di Arrara a capo di Amga

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LEGNANO – «Quella nomina è un valore aggiunto e risponde a pieno ai criteri fissati dal consiglio comunale». «No, è incompatibile e aberrante». Si riassume in questi termini il botta e risposta tra maggioranza e opposizioni nella commissione sostenibilità del Comune di Legnano convocata oggi, martedì 6 giugno, su richiesta delle minoranze per discutere delle dimissioni del presidente di Amga Alessandro Gregotti (nella foto sopra, a destra) e dei criteri per la nomina del nuovo presidente, che come già indicato da Malpensa24 sarà l’ex sindaco di Abbiategrasso e attuale presidente di Amiacque Pierluigi Arrara (a sinistra).

Radice: «Scelta valida e condivisa»

La posizione della maggioranza è stata così espressa dal sindaco Radice in persona: «Gregotti mi aveva rappresentato da tempo la sua difficoltà a gestire le sue attività professionali insieme al ruolo in Amga: da qui la decisione, condivisa con i soci, di chiudere l’esercizio 2022 e poi cercare un nuovo presidente, con la formula di una governance collegiale rappresentata da un cda. L’avviso pubblico per la presentazione di candidati era uscito il 7 febbraio; ricevute le dimissioni, l’idea era di portare la nomina del presidente in un’assemblea a metà giugno.

«Chiaro che è una partita importante, quindi avere persone come Arrara è un valore aggiunto anche per i ruoli che ha rivestito in passato. La sua nomina risponde in pieno ai criteri stabiliti nella delibera approvata dal consiglio comunale, comprese le attività ed esperienze pregresse del candidato. Oggi è difficile trovare persone che si prendono simili responsabilità con compensi di 60.000 euro lordi all’anno».

Brumana: «Era già tutto deciso»

Di tutt’altro avviso le minoranze, a partire dal civico Franco Brumana: «Di Gregotti non convince la motivazione delle dimissioni per impegni professionali, perché la sua nomina in Amga risale appena a un anno fa, sicuramente era consapevole di che cosa avrebbe comportato. Ma la cosa che fa impressione è che Gregotti ha presentato le dimissioni il 22 maggio e il successore già individuato si è dimesso da amministratore unico di Sasom 9 giorni prima. Uno non lascia un posto come quello di Arrara a Sasom, se non sa già di averne un altro. A quel punto, Gregotti non poteva fare altro che dimettersi.

«Che cosa è veramente accaduto per arrivare a questa sostituzione? L’ultimo anno di Amga è stato estremamente travagliato, dal teleriscaldamento malfunzionante agli enormi problemi finanziari. La delicatezza della situazione è accentuata dal piano industriale: Amga deve dare garanzie alle banche per svariati milioni di euro a Neutalia, cui sborserà 7 milioni e per far fronte agli impegni assunti sarà costretta a cederle la proprietà del teleriscaldamento. Ribadisco la richiesta di una due diligence di una società indipendente sulla sostenibilità finanziaria del piano industriale».

«Figura tutt’altro che indipendente»

Su Arrara, la chiusura di Brumana è netta. «Amiacque, di cui è presidente, è partecipata al 100% da CapHolding, quindi Arrara è un uomo di CapHolding e le scelte gestionali gli saranno calate dall’alto. Non va bene, va bene chiunque meno che lui, perché significherebbe avviare la colonizzazione di Amga da parte di CapHolding. Abbiamo bisogno di un amministratore indipendente, che non lasci nessuna ombra sulla sua figura. La gravità della scelta – incalza il commissario del Movimento dei Cittadini – non è non aver fatto un bando o averlo fatto conosciuto da pochi, c’è una incompatibilità oggettiva. Arrara è stato, è e sarà un uomo dell’apparato di CapHolding e questo comporta un enorme conflitto di interessi, al di là delle qualità della persona».

Critici sulla designazione di Arrara anche i commissari degli altri gruppi di minoranza, da Munafò di Forza Italia («troppe coincidenze») a Carvelli di Fdi («la narrazione del sindaco mi lascia perplesso, si fa passare Gregotti per uno sprovveduto perché in pochi mesi si è accorto che gli impegni erano insostenibili») fino a Francesco Toia del gruppo Toia sindaco: «La delibera citata dal sindaco è stata approvata dalla sola maggioranza, quindi è un suo atto frutto di una forzatura. E le sue risposte non sono state per nulla esaustive».

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