Il grande cantiere del PNRR arriva al dunque. Forse

legnano piano opere pubbliche

Da una parte c’è il parlamento che dà il via libera al decreto che “ammorbidisce” i controlli della Corte dei Conti sulle opere del PNRR, dall’altra la questione della revisione dei progetti, alla luce dei ritardi emersi in questi anni, con il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti che però ribadisce: «Non voglio rinunciare proprio a niente se i fondi del Pnrr sono convenienti». È sempre più al centro del dibattito politico il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza negoziato dal governo italiano con l’Unione Europea in cambio di 191,5 miliardi di euro, di cui oltre 122 a “fondo perduto”: un’eredità dell’era Covid, chiamata a risollevare il PIL colato a picco negli anni della pandemia.

Nel frattempo però è arrivata la crisi energetica e abbiamo scoperto che su questo fronte il PNRR ci aiutava poco, in primis i sindaci che hanno visto le bollette di luce e gas schizzare improvvisamente all’insù ma tra i bandi del PNRR c’era poco o nulla (ad esempio) per tappezzare di pannelli fotovoltaici i tetti degli edifici pubblici e delle scuole. Poi è arrivato l’ennesimo disastro naturale, l’alluvione in Emilia-Romagna, e abbiamo (ri)scoperto che sul dissesto idrogeologico il PNRR forse ci aiutava troppo poco. E adesso riemerge l’atavico problema del nostro Paese, i ritardi nella realizzazione delle opere pubbliche: succede ogni volta che ci aggiudichiamo un grande evento internazionale, fin dai tempi di Italia ’90, e ancora oggi con le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 dove si è arrivati persino ad inventarsi la distinzione tra infrastrutture “essenziali” ed “essenziali-indifferibili”, con queste ultime che saranno pronte per tempo e le altre che potranno slittare. Il rischio, a questo punto, è che ancora una volta l’Italia finisca per arrivare a compimento con un Piano raffazzonato, che risolverà solo in parte le questioni strategiche ma che produrrà ulteriore debito da caricare sulle future generazioni (che poi è un po’ quel che è successo con il Superbonus 110% nel settore dell’edilizia).

E nella nostra provincia? Il capoluogo Varese ha fatto la parte del leone nell’intercettare i fondi del PNRR, con 100 milioni di euro per 50 progetti, mentre a Busto Arsizio sono arrivati (per ora) quasi 50 milioni per sostenere opere del valore di almeno 70, nella confinante Legnano altri 70 milioni e a Gallarate una decina di milioni, più svariati milioni suddivisi su tanti altri comuni, oltre ai fondi stanziati per la sanità. Una manna dal cielo, che però va sfruttata al meglio, per non rischiare di “perdere il treno” per la ristrettezza delle tempistiche oppure di realizzare cattedrali nel deserto di difficile gestione. “Par Non Riscià a Ruina” (Per Non Rischiare la Rovina) aveva ribattezzato l’acronimo PNRR il Tarlisu, la maschera di Busto Arsizio, nel ritirare le chiavi della città a Carnevale, e non ci aveva visto tanto male.

I sindaci stanno lavorando a testa bassa per “mettere a terra” i progetti, ciascuno con le risorse che ha a disposizione (soprattutto quelle umane, perché progettare tutte queste opere e avviare le rispettive gare richiede una mole di lavoro non indifferente) e con le difficoltà che ne conseguono, tra gare che vanno sempre più frequentemente deserte (è successo per il palaginnastica di Busto Arsizio come per il cavalcavia Marchetti di Sesto Calende), aumenti esorbitanti dei costi, solo in parte coperti, e scadenze che premono. Ciascuno reagisce a modo suo, da chi «non ci dorme la notte» come il bustocco Emanuele Antonelli, a chi benedice «la più grande opportunità degli ultimi 50 anni», come il varesino Davide Galimberti, fino ai tanti piccoli comuni che il PNRR lo vedono passare solo nei titoli dei giornali, dato che è troppo complesso riuscire ad ottenere i fondi. Se il Piano di ripresa e resilienza riuscirà davvero a cambiare il volto delle nostre città lo vedremo solo quando (e se) i cantieri entreranno nel vivo, e presumibilmente lo sapremo entro il 2026, quando in teoria le opere dovranno essere tutte completate. Intanto, conviene correre per non perdere anche questo treno.

pnrr piano ripresa resilienza – MALPENSA24