BUSTO ARSIZIO – Ha annunciato che lascerà Busto Arsizio (“Troppo degrado”) per andare a vivere nei pressi di Abano Terme, ma Audio Porfidio, fondatore della Voce della Città, non rinuncia a mettere la firma su interventi funzionali a richiamare l’attenzione sulle vere o presunte inadempienze dell’amministrazione civica. Disattenzioni che riguardano appunto il decoro urbano. Così ha deciso di mandare a sue spese a sfalciare l’erba e a sistemare gli arbusti nel “giardinetto” davanti alla procura della Repubblica, “dimenticata dal Comune”.
Proprio lì, alcuni anni fa, Porfidio e il suo movimento collocarono una lapide a ricordo dei magistrati di tutta Italia “morti sul campo”. Un tributo al sacrificio civico e giudiziario di servitori dello Stato che hanno pagato con la vita il loro impegno. Accanto alla stele c’è un monumento alla Giustizia, che ne raffigura l’imparzialità. “Palazzo Gilardoni dovrebbe tenere quel luogo in debita cura. E non devo spiegarne il motivo” afferma Audio Porfidio già autore di una precedente forma di protesta: alcune sagome di pecore per brucare virtualmente l’erba dell’aiuola in questione. Un invito plastico all’esecutivo di Emanuele Antonelli per effettuare interventi di manutenzione e cancellare l’incuria.
“Ma nessuno ne ha mai preso atto” sottolinea l’ex consigliere comunale tra amarezza e rabbia. Fino al punto da minacciare di essere pronto a trasferire gli stessi monumenti nel giardino della sua nuova casa in provincia di Padova. Oltre alla stele e al monumento alla “Giustizia” dirimpetto alla Procura, anche il Cubo per celebrare i 150 dell’unità d’Italia, che fa bella mostra di sè tra viale Sicilia e via Marco Polo, e l’Ulivo centenario davanti al cimitero principale di Busto Arsizio. “Se danno fastidio, tolgo il disturbo ai signori amministratori pubblici” chiosa il diretto interessato facendo trapelare tutto il suo disappunto.
«Non tagliano l’erba davanti alla Procura di Busto»: Porfidio porta pecore di cartone