BUSTO ARSIZIO – In via Bramante, a due passi dalla piazza Santa Maria di Busto, c’è la casa delle lucine di Natale: è illuminata da oltre 4 chilometri di luci e da più di 100mila Led. Ieri, 4 dicembre, l’accensione che si è trasformata spontaneamente in una piccola cerimonia non organizzata: il “padrone di casa”, il noto avvocato bustocco Walter Picco Bellazzi, ha aperto il cancelletto e un centinaio di persone, soprattutto bambini, sono entrati a visitare il giardino illuminato dalle renne e dai pupazzi di neve di lucine. «È stato bellissimo – racconta Bellazzi – vedere gli occhi dei bambini che si illuminavano di fronte alla magia del Natale».
L’accensione delle lucine
È da ormai una decina di anni che la casa di Walter Picco Bellazzi e della moglie Marinella viene illuminata per Natale. «Ma è solo dall’anno scorso, grazie al l’ingegno di mio genero Andrea, che ci siamo evoluti verso qualcosa di professionale» svela l’avvocato. «Sono oltre 4 chilometri di luci per più di 100mila Led. Per stendere tutto abbiamo lavorato praticamente per un mese intero tutti i sabati e le domeniche». Più di 150 ore, qualche problema da risolvere con i trasformatori e con la “crisi delle materie prime” («Nei “brico” non si trovano più renne»), ma il risultato è uno spettacolo tutto da ammirare. «Ci vuole un po’ di pazienza, un piccolo investimento e molto ingegno».
Come Leggiuno e Laveno
La realizzazione è merito del genero Andrea Libutti, marito di Valentina Picco Bellazzi, che ha coinvolto anche il padre Egidio, oltre ai padroni di casa Walter e Marinella. Il modello di riferimento sono le rinomate lucine di Leggiuno, che quest’anno hanno traslocato a Laveno Mombello. E chissà che non possa essere l’inizio di una tradizione di una città delle lucine. «Vedo che anche in altre case della città iniziano a spuntare queste illuminazioni, chissà che i bustocchi rallegrino il Natale» sospira Picco Bellazzi. Che non si accontenta dello spettacolo delle luci: «Ora mi piacerebbe anche raccogliere le letterine dei bambini per farne un libricino da distribuire per beneficenza. Vedremo come fare. E poi non resta che far arrivare Babbo Natale…».
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