La Coop “mette in piazza” la grana Borri e accusa Palazzo Gilardoni

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BUSTO ARSIZIO – La Coop scrive ai giudici e a tutta la città. E mette in piazza l’intera questione del mancato recupero del Borri, spiegando, dal suo punto di vista, l’inversione a U dell’amministrazione comunale a guida Antonelli. Questione che è esplosa con la citazione milionaria in giudizio delle cooperative nei confronti di Comune, sindaco, ex vicesindaco Isabella Tovaglieri e due dirigenti di palazzo Gilardoni.

La Vedetta cooperativa

Sono in molti i bustocchi che in questi giorni hanno ricevuto la Vedetta Cooperativa, magazine delle Coop che in questo numero apre con un titolo che dice molto: “Il recupero del Borri: la città attende”. Il foglio, infatti, dedica ampio spazio alla querelle tra Coop e Comune, che, una volta scaduti i tempi della convenzione, è praticamente esplosa con la citazione in giudizio e la richiesta danni al Comune, ai due vertici politici dell’amministrazione (Tovaglieri non è più in giunta, ma è stato il vicesindaco) e i dirigenti.

La Coop non molla l’osso e con questa mossa editoriale spiega i suoi motivi sul Borri rimasto fatiscente, sui ritardi subiti, ma anche su ciò che si sarebbe potuto fare nell’ex calzaturificio. La linea degli articoli pubblicati sulla Vedetta in sostanza seguono quanto contenuto nel documento di circa 60 pagine che costituisce la citazione in giudizio. E offre anche nuovi spunti.

Quel che avrebbe potuto essere

“La riqualificazione del comparto dell’ex calzaturificio Borri è uno degli obiettivi più rilevanti per rinnovare il centro storico, le sue funzioni e la memoria della città – si legge sulla Vedetta -. Gli interventi sono già stati definiti e programmati con atti ufficiali su iniziativa dello stesso Comune, che li ha smentiti nella pratica“. E dopo questo attacco, l’articolo prosegue:

Il piano di recupero di iniziativa comunale prevede che gli immobili del calzaturificio siano destinati a incrementare e qualificare la presenza di servizi di interesse pubblico, con particolare attenzione ai servizi alla persona relativi ai settori cultura ed espositivo, amministrativo e terziario, al sistema della formazione e dell’istruzione, al sistema sanitario ed assistenziale. In questo triennio (quello della validità delle Convenzione che stabilisce gli interventi da fare ndr) era possibile impostare una strategia per l’individuazione degli interlocutori pubblici o privati: l’ha fatto la precedente giunta indicando l’inserimento di un istituto scolastico (in effetti un progetto in tal senso esiste ancora ndr). Con la nuova amministrazione il tema è stato rimosso e rinviato a non si sa quando. Ma l’impegno rimane e diviene più urgente.

Le mancate indicazioni

Coop poi sottolinea anche altri interventi disattesi. Come quelli, sempre all’interno dell’area del Borri, sul verde. E che, come da Convenzione, stipulata nel 2016 e scaduta nel luglio 2019, avrebbero dovuto essere realizzati. Ad esempio la creazione di un parco urbano connesso con la città negli spazi dell’ex calzaturificio.

Da qui origina l’indicazione di una “Piazza” davanti allo storico edificio in collegamento pedonale e ciclabile con il viale e di passaggi filtranti che dai due lati dell’edificio centrale raggiungono il parco verde retrostante. Appunto nella prospettiva di tale piazza sono state orientate le facciate e le vetrate del supermercato. La convenzione prevede alcuni interventi prioritari, disattesi dall’amministrazione, che non ha fornito le necessarie indicazioni, lasciando l’area pubblica dell’ex Borri nello stato di degrado visibile a tutti.

E la Sopraintendenza?

Le cooperative poi smontano anche la tesi che i rallentamenti siano dovuti alle mancate risposte della Sopraintendenza, “che – si legge in un altro articolo dedicato alla vicenda – risulta informata e partecipe di tutte le indicazioni precedenti alla proposta di progetto definitivo, quindi prima del luglio 2017”.

Nei sopralluoghi successivi il sopraintendente ha chiesto più volte al Comune una proposta d’insieme per il recupero funzionale del comparto. La continuità tra lo spazio antistante il supermercato e la piazza davanti all’edificio principale del Borri, la scelta di aprire spazi a una fruizione pedonale che riqualifichi anche il percorso sul viale Duca d’Aosta, sono state esplicitamente contestate dal sindaco Emanuele Antonelli. Ma si tratta di scelte operate dal piano, deliberate e riconfermate dallo stesso Comune, alle quali avrebbe dovuto far seguito la progettazione esecutiva.

La situazione

La grana Coop è di quelle che non si possono liquidare con una scrollata di spalle. E, al di là di quello traspare, la citazione con tanto di richiesta danni ha destato preoccupazione e nervosismo a Palazzo Gilardoni. Certo, sul tavolo, al momento c’è solo la versione delle cooperative. Dettagliata in poco meno di sessanta pagina e corredata da un’abbondante serie di documenti e pec che puntellano la tesi della volontarietà dell’azione municipale a danno della società proprietaria del supermercato.

Che deve essere confutata e smontata. E pare che il primo cittadino stia proprio lavorando su questo: sulla stesura di una contro memoria. Anticipare quale sarà la linea adottata è impossibile. Anche se, se si guarda alle prese posizioni del sindaco Antonelli, piuttosto critiche nei confronti dell’amministrazione precedente e si ascolta quanto sostiene più di un’indiscrezione, potrebbe essere che il primo cittadino “scarichi” ogni responsabilità sul recente passato. Che, non va dimenticato, è fatto di una giunta politicamente contigua all’attuale.

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