Le Coop: “Interessi politici e privati per boicottare il supermercato di Busto”

  • ⁷BUSTO ARSIZIO – Prima udienza fissata per il 15 gennaio del prossimo anno, giudice Giuseppe Limongelli. Va avanti la richiesta danni delle Coop al Comune di Busto Arsizio. L’atto di citazione, destinatari Palazzo Gilardoni, il sindaco Emanuele Antonelli, l’ex vice sindaco e assessore all’Urbanistica Isabella Tovaglieri, il comandante della polizia locale Claudio Vegetti e la dirigente del settore urbanistico Monica Brambilla, è stato depositato nei giorni scorsi negli uffici del tribunale civile di Busto Arsizio. Poco meno di sessanta pagine nelle quali sono dettagliati i motivi per i quali si chiede all’ente pubblico un indennizzo di 5 milioni e 600 mila euro. Una memoria che racconta in modo circostanziato episodi ostruzionistici, inadempienze, ritardi e presunti sgambetti procedurali che, sempre secondo i proponenti, avrebbero procurato un serio pregiudizio all’attività del supermercato, aperto un anno dopo la data prevista a causa del comportamento dell’amministrazione comunale. Tutto da provare in sede giudiziaria, evidentemente. Benché la narrazione dei singoli episodi dimostrebbe, secondo gli avvocati delle Coop, la malafede di politici e dirigenti municipali chiamati in causa. Insomma, dolo palese per quanto riguarda, ad esempio, la realizzazione della famosa rotatoria su viale Duca d’Aosta o i continui rinvii nella riqualificazione dell’ex calzaturificio Borri a fronte delle reiterate diffide a rispettare i termini della convenzione avallata proprio da Palazzo Gilardoni con la giunta di Gigi Farioli.

I presunti comportamenti illeciti

Di più, nella citazione si sottolineano alcuni interventi fuori luogo del Comune, come per il presunto abuso edilizio per la posa di un generatore; per l’adozione dell’aiuola verde inserita nella rotatoria di viale Duca d’Aosta e, ancora, la pretesa del cosiddetto semaforo intelligente, costato alle Coop 80 mila euro e impossibilitato ad entrare in funzione per inadempienze del Comune; le specifiche del comandante della polizia locale per la realizzazione della stessa rotonda; le pretese del settore urbanistica in sede di ultimazione dei lavori del supermercato; i dubbi subito chiariti sulla validità della fidejussione assicurativa e, infine, “l’incomprensibile rifiuto del vicesindaco Tovaglieri” alla disponibilità delle Coop per dare dignità al parco dell’ex Borri.

Campagna denigratoria

Situazioni che fanno scrivere agli estensori della citazione che “in questo contesto è inserita la condotta illecita del Comune e dei suoi rappresentanti che, con una serie di violazioni di obblighi e di principi, motivati da interessi politici e personali in contrasto con l’interesse pubblico, hanno leso il diritto di credito e le legittime aspettative (…) e causato comunque alla stessa scrivente un rilevante danno ingiusto”. Affermazioni pesantissime che introducono altre considerazioni, che appunto parlano di “condotta inadempiente”, di “omissioni immotivate”, di “campagna denigratoria nei confronti delle Coop (…) Il tutto qualificato da un evidente perseguimento di interessi senz’altro estranei al pubblico interesse e un altrettanto evidente spirito emulativo nei confronti di un soggetto che, solo per essere cooperativa, è stato dalla giunta Antonelli considerato alla stregua di un avversario politico”.

Tigros e Lidl trattati meglio

E non è finita. L’atteggiamento di Palazzo Gilardoni sarebbe stato indotto “dall’interesse del sindaco e di alcuni convenuti (ad esempio il vicesindaco Tovaglieri) a non vedere realizzato un supermercato, autorizzato dalla precedente giunta, che per sua ‘sfortuna’ è ubicato proprio di fronte alle abitazioni private dei suddetti convenuti; ciò che creava a questi ultimi dei disturbi rappresentati dalla vista degli impianti sul tetto dell’edificio, dalla perdita di alcuni posteggi dinanzi al proprio portone, dall’affluenza dei clienti del supermercato, dalle modifiche alla viabilità e connessa realizzazione della nota rotatoria”. Interessi personali che si configurerebbero dunque in queste motivazioni e nel fatto “che la giunta Antonelli ha preferito sostenere le iniziative di altri soggetti concorrenti di Coop Lombardia (Tigros e Lidl) che, se non sono state dal Comune e dai dirigenti favorite, di certo non sono state dagli stessi boicottate, come invece avvenuto per l’iniziativa in questione di Coop Lombardia”.

Le abitazioni di sindaco e vice

In uno dei paragrafi conclusivi della citazione si afferma: “Nel caso di specie sussiste quindi la responsabilità solidale del Comune per il fatto illecito posto in essere dal sindaco, dal vice e dai dirigenti che, nell’esercizio delle loro funzioni, hanno creato un grave pregiudizio e ritardo in capo a Coop Lombardia per perseguire finalità diverse da quelle dettate dei propri doveri d’ufficio. C’è da segnalare, per dovere di cronaca, ma altresì come fatto noto in città, il fatto che il sindaco Antonelli risieda nel condominio di via Pisacane, a pochi metri dall’uscita delle merci e clienti del supermercato, e che la vicesindaco Tovaglieri abiti anch’essa nelle vicinanze del supermercato (…)”.

L’esposto prosegue poi un punta di diritto, cercando di dimostrare nessi di casualità e quant’altro serve per affermare l’ipotizzata malafede di Palazzo Gilardoni. Chi ha ragione? E chi torto? Lo deciderà il giudice, fermo restando che la città ha il diritto di avere un chiarimento a prescindere da qualunque altra considerazione. Un chiarimento che dovrebbe interessare in primis la politica, se la politica ha a cuore la buona gestione amministrativa. Al di là degli schieramenti, delle difese d’ufficio e delle puntualizzazioni speculative per evitare di assumersi responsabilità.

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