La cultura non s’arrende ai Dpcm: a Busto fotografia, arte e teatro sono en plein air

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BUSTO ARSIZIO – I luoghi della cultura sono chiusi e gli artisti scendono in strada. La cultura a Busto al tempo della pandemia è “en plein air”. Ritratti di strada in via Milano con lo studio fotografico all’aperto di Piero D’Orto, video di salti davanti a palazzo Cicogna con i Viandanti Teatranti per sostenere il mondo dello spettacolo, mecenati come Riccardo Comerio che portano l’arte fuori dai musei che ancora non possono riaprire al pubblico. «I luoghi di cultura resteranno chiusi anche con la zona gialla, ma il mondo dell’arte non si ferma e nemmeno la creatività dei suoi protagonisti a Busto» ammette Manuela Maffioli, vicesindaco e assessore alla cultura.

Lo studio fotografico

Uno studio fotografico “open air”, nella centralissima via Milano, la strada delle “vasche” per eccellenza: lo ha ricreato Piero D’Orto, noto fotografo bustocco (molti ricorderanno il suo studio in via Pozzi, dove oggi c’è una piadineria), da qualche anno trasferito fuori città. Ha deciso di tornare nella città in cui è nato «per fotografare la gente», proponendo ritratti stampati in fine art in bianco e nero, esattamente come si fa in studio. «È l’uovo di Colombo, un rivoluzionario ritorno alle origini» afferma il fotografo, che tornerà in via Milano anche oggi, domenica 13 dicembre. Non si hanno notizie di esperimenti analoghi, in tutta Italia.

Ha creato un precedente

D’Orto ha già creato un precedente, certamente per il Suap, lo sportello attività produttive, che non si era mai trovato a trattare un’autorizzazione del genere per l’occupazione del suolo pubblico. «A Busto sicuramente è il primo – ammette la vicesindaco e assessore alla cultura e allo sviluppo del territorio Manuela Maffioli, che ha seguito il tentativo da entrambe le sue deleghe – per il comune è stata l’occasione per aprire un percorso amministrativo inedito, che concilia la cultura e l’arte con una forma di commercio. Con l’ambizione di creare un modello, che potrà essere emulato anche da altri».

L’esperimento

«Non potendo viaggiare per accompagnare gli amici fotografi in giro per il mondo, si inizia a far girare la mente – così Piero D’Orto racconta la genesi di questa idea – pensando agli albori della fotografia, mi sono chiesto perché non riportare il mestiere in mezzo alla strada? Come alle origini quando si facevano le fotografie con il telo, il treppiede pesante, il banco ottico. Così, come in passato portavo le mostre alla gente, ad esempio nei bar con l’architetto Paolo Torresan, perché la gente non veniva alle mostre, mi è venuto in mente che si poteva fare questo esperimento di riportare la gente alla fotografia stampata, che è una cosa a cui tengo a prescindere. Non mi aspetto chissà quali profitti, ma il fatto di aver creato un precedente è gratificante».

L’arte in piazza

L’arte “en plein air” aveva già avuto un suo momento topico a Busto con il posizionamento della scultura di Pietro Scampini “Le ombre” in piazza Vittorio Emanuele, avamposto di una mostra allestita alle Civiche Raccolte d’Arte di Palazzo Cicogna che le restrizioni Covid hanno finora impedito al pubblico di visitare. Ora la vicesindaco Manuela Maffioli ha svelato che il fautore di quell’operazione è Riccardo Comerio, noto industriale bustocco, attualmente presidente dell’Università LIUC di Castellanza: è la sua “Comerio Ercole” che ha consentito l’arrivo (complesso) a Busto della scultura.

Il video dei Viandanti Teatranti

Ieri, 12 dicembre, a poche centinaia di metri di distanza, in piazza Vittorio Emanuele il prestigioso Palazzo Cicogna è stato lo sfondo non per un set fotografico ma per una serie di video che Fabrizio Bianchi e Sergio Salmoiraghi della compagnia dei “Viandanti Teatranti” (che anima la stagione del teatro San Giovanni Bosco del quartiere Sant’Edoardo) stanno collezionando. Spezzoni di salti, che verranno montati in un video per sostenere il mondo dello spettacolo al monito: “Staccati da terra”. «Sarà proiettato sul cancello di Palazzo Cicogna il 21 dicembre» annuncia l’assessore Manuela Maffioli, che rivela di «non aver potuto sottrarsi a questa inedita maratona culturale». Saltando. Perché la cultura non sta ferma.
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