La via della pace passa (anche) da Zelensky

bottini draghi zelensky
Volodymyr Zelensky, presidente ucraino

di Gian Franco Bottini

Al rientro da un importante incontro fra i capi di stato europei, l’ancora presidente Draghi, informando sui “passi avanti” (!) per la questione dei prezzi energetici, aggiungeva che si era cominciato a parlare di “ricostruzione” post bellica dell’Ucraina. Una notizia che non ha avuto , anche  internazionalmente, un gran risalto e seguito, ma che non può non aver causato sorpresa, e speranza, in modesti osservatori quali siamo noi e crediamo in qualche altro milione di cittadini del mondo occidentale.

Parlare di “ricostruzione” lo si può fare solo in una situazione di pace ed iniziare a parlarne ora potrebbe significare aver cominciato ad intravedere degli spiragli in tale direzione, cosa che al momento  , sempre per la nostra modestia, ci pare fantasiosa ma che, se fatta dai “grandi”, apre la speranza di aperture incoraggianti, ovviamente a noi ignote. In momenti di depresso pessimismo consentiteci questa ”botta” di fantasioso ottimismo.

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Gian Franco Bottini

Oramai crediamo sia chiaro a tutti che questa guerra, se non la si vuole portare alle più estreme ed estese conseguenze, potrà arrestarsi solo, o almeno apparentemente, senza né vinti né vincitori, pur essendone chiare ed indiscutibili le responsabilità. Così come è chiaro che senza la “pressione di accompagnamento” dell’ “occidente” sull’Ucraina e del “convitato di pietra” Cina sulla Russia, poco o nulla potrà succedere.

Certo che fare queste ipotesi nel momento in cui la posizione russa appare di pericolosa difficoltà, che oscuri e poco leggibili eventi alzano ulteriormente il livello del conflitto (attacchi al gasdotto, al ponte crimeo, a Kiev ed altre città) lo scenario di cui stiamo parlando risulta ancor più ipotetico.

Insistendo comunque nel valutare questo nostro speranzoso scenario, non si può non pensare che nel caso esso si verificasse nascerebbe nel nostro “campo”, oltre a quelle già presenti,  una nuova grande difficoltà : la gestione della“pressione” su Zelensky. Noi abbiamo abbracciato decisamente e senza indugi l’appoggio all’Ucraina e dobbiamo continuare a farlo per la difesa degli alti valori che sono in gioco; comprendiamo comunque anche l’acceso desiderio di rivalsa del popolo ucraino, in  questo momento in cui le sorti della guerra “paiono” favorevoli. Appare però difficile e delicato far loro comprendere che la guerra potrà finire, per ora, senza né vinti né vincitori! Difficile e pericoloso, soprattutto per questa nostra Europa, che con grande farraginosità riesce a mettere a fattor comune una solida e unitaria politica estera, a causa delle diversità di percezione esistenti nei vari Paesi.

Senza dimenticare che il socio di maggioranza della parte Occidentale sono gli Stati Uniti , certo più avvezzi di  noi a gestire scenari di guerra, soprattutto se lontani dal loro “giardino”.

Noi non possiamo certo fare mancare all’Ucraina tutti gli appoggi necessari per difendere, anche per conto nostro, i principi di democrazia che abbiamo faticosamente raggiunto, senza però dimenticare che se noi forniamo il “carburante”, il volante dell’auto è in mano a Zelensky, così come l’acceleratore e il freno. Parlare di “ricostruzione”, e quindi di pace o di qualcosa di simile, da parte dei capi di Stato europei, in questo momento di recrudescenza bellica, crea più paura che sollievo, perché talmente sono distanti le due situazioni che vien facile avere il dubbio che l’Europa sia totalmente estranea alla conoscenza della strategia bellica di Zelesky.

Ci auguriamo di sbagliare , ma è’ comunque il momento di togliersi questo dubbio, perché è evidente che qualsiasi ipotesi di pace debba prevedere momenti di traballanti accordi e di sofferti compromessi; la sintonia fra la diplomazia e le “armi” sarebbe vitale. E’ tempo che ciò avvenga e al più presto perché, per tante ragioni e soprattutto per l’Europa, sarebbe drammatico se un giorno nascesse la sensazione che  il “nemico” da convincere sulla via della pace fosse proprio Zelensky.

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